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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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questa tendono tutte alla G.c, 56;<br />

la sua <strong>liturgia</strong> cosmica ed eterna è<br />

la perfezione <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> attuale<br />

<strong>della</strong> Chiesa, 73; il suo culto è causa<br />

finale del culto terrestre, .84; il suo<br />

culto eterno è causa esemplare del<br />

culto terrestre, 85; il suo culto è<br />

significato dai segni <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> terrestre,<br />

86; il suo culto ha come segno<br />

profetico il segno liturgico, 87;<br />

la genuflessione, per esempio, è un<br />

segno profetico del culto nostro<br />

nella G.c, 96; la preghiera <strong>della</strong> Chiesa<br />

è un segno profetico <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong><br />

eterna nella G.c, 97; i sacramentali<br />

sono la reintegrazione iniziale delle<br />

cose al servizio <strong>della</strong> vita divina nel<br />

mondo, come avverrà nella sua perfezione<br />

nella G.c, 100; nella loro quadruplice<br />

dimensione, i sacramentali<br />

come segno profetico <strong>della</strong> preghiera<br />

eterna cosmica di lode nella G.c, 101;<br />

matrimonio e suo significato profetico<br />

<strong>della</strong> G.c, 94, 103; i sacramenti<br />

come segno profetico contengono le<br />

realtà spirituali <strong>della</strong> gloria e del<br />

culto nella G.c; 114; culto giudaico<br />

come primo abbozzo del culto nella<br />

G.c, 145; la nostra unione con la G.c.<br />

viene espressa nel sacrificio dal Nobis<br />

quoque peccatoribus, 177; il trionfo<br />

finale del Mistero di Cristo nella<br />

G.c. posto in rilievo dalla <strong>liturgia</strong><br />

<strong>della</strong> festa d'Ognissanti, 184; secondo<br />

la visuale di Ebrei 12, 22ss, Cristo<br />

stesso vi introduce i fedeli, 252; i cristiani<br />

con atto liturgico in Cristo già<br />

si sono accostati alla G.c, 253; per<br />

esservi recensiti però occorre appartenere<br />

alla Chiesa in quanto Popolo<br />

di Dio, 274; dalla dottrina del<br />

Conc Vaticano II viene richiamata la<br />

G.c. come futura città secondo la<br />

prospettiva <strong>della</strong> legge dell'incarnazione,<br />

296; l'unitotalità del cosmo è<br />

ordinata con legge divina alla G.c,<br />

298; l'uomo è ordinato nella sua completezza<br />

e totalità alla G.c, 298s; nella<br />

<strong>liturgia</strong>, intelligenza, volontà e sentimento<br />

sono ordinati a Dio ed alle<br />

realtà divine tra cui la G.c, 308; nell'Apocalisse<br />

si accentua l'unità del<br />

cosmo verso la G.c, 316; gli angeli<br />

e i giusti <strong>della</strong> G.c. formano unità<br />

con gli uomini in terra, 322; termine<br />

finale del viaggio del Popolo di<br />

Dio in terra, 323; la <strong>liturgia</strong> accentua<br />

l'unità nostra coi defunti, nostri concittadini<br />

<strong>della</strong> G.c, 326; la <strong>liturgia</strong> accentua<br />

anche la nostra unità coi giusti,<br />

nostri concittadini nella G.c, 328;<br />

la <strong>liturgia</strong> degli angeli e dei beati nel­<br />

INDICE ANALITICO 879<br />

la G.c. è unica <strong>liturgia</strong>, 329; i giusti<br />

in terra già formano un'unica città<br />

con la G.c, 333s; nella <strong>liturgia</strong>, il<br />

Sanctus dei Serafini secondo il testo<br />

d'Isaia è la stessa <strong>liturgia</strong> angelica<br />

nella G.c, 338; l'angelo del battesimo<br />

ci indica che col rito il cristiano è<br />

membro presignato <strong>della</strong> G.c, 340;<br />

G.c, e <strong>liturgia</strong> dei malati, 342; l'unità<br />

del mondo angelico e del mondo umano<br />

nel quadro <strong>della</strong> G.c. in S. Agostino,<br />

344s; arrivo nella G.c. dopo la<br />

fase ultima <strong>della</strong> Storia Sacra che<br />

è il Giudizio decisivo nella lotta contro<br />

Satana, 316s, 365; nell'unità dei<br />

Due Testamenti in Cristo, la G.c ne<br />

è il fine, 428; la figura profetica <strong>della</strong><br />

liberazione dall'Egitto e dell'ingresso<br />

nella Terra promessa e G.c, 438;<br />

nella <strong>liturgia</strong> <strong>della</strong> dedicazione d'una<br />

Chiesa, Dio è cantato come sommamente<br />

presente al suo Popolo nella<br />

G.c, 440; i precetti ed ammonimenti<br />

dell'A.T. sonò realizzati plenariamente<br />

nella G.c, 443; la G.c. è frutto dell'universalità<br />

<strong>della</strong> redenzione, 445; la<br />

G.c. getta luce sulle profezie, 446; tipologia<br />

Gerusalemme terrestre —<br />

Chiesa G.c, 449s; id. nei Salmi,<br />

465; nella G.c. si compiranno l'elezione,<br />

la separazione, la formazione<br />

e la restaurazione del Popolo di Dio,<br />

464; .Gc. nella tipologia del Tempio,<br />

dell'Arca e di Sion monte santo di<br />

Dio, 446; G.c. come tema biblico proposto<br />

alla nostra considerazione nell'equilibrio<br />

<strong>della</strong> spiritualità liturgica,<br />

628, 661; la G.c. deve tornare come<br />

tema <strong>della</strong> predicazione, 821; deve<br />

tornare in prospettive complete nell'insegnamento<br />

del catechismo, 836;<br />

la G.c. è la consumazione in Cristo<br />

<strong>della</strong> Storia Sacra, 842<br />

GERUSALEMME TERRESTRE: secondo Isaia,<br />

nel suo Tempio i Serafini cantavano<br />

il Sanctus, 338; capitale del Popolo<br />

di Dio e centro del mondo nei tempi<br />

del Messia secondo il <strong>senso</strong> dei contemporanei<br />

d'Isaia, 435; sua tipologia<br />

in quanto figura <strong>della</strong> Chiesa e <strong>della</strong><br />

Gerusalemme celeste, 449s, 465; come<br />

Città santa nei Salmi, 469<br />

GESTANTE: benedizione <strong>della</strong> donna g. e<br />

suo significato antidemoniaco, 405<br />

GESTI: come segni nella <strong>liturgia</strong>, 63<br />

GESTANTE: benedizione <strong>della</strong> donna g. e<br />

lotta contro Satana, 359s, 378s; G.<br />

Bambino: la <strong>liturgia</strong> non favorisce<br />

la considerazione di determinati temi<br />

fuori di determinate occasioni : e così<br />

ad esempio del tema G.B. nel tempo<br />

di Pentecoste, 651; fermarsi a vede-

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