TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

412 CAP. XIII - LE DUE CITTÀ
che si compiva dinanzi ai tribunali esattoriali {telonio) nel viaggio
attraverso le diverse sfere prima di arrivare al paradiso.
È in questa rappresentazione immaginativa che si concretizza
nelle liturgie per i defunti il concetto di una certa continuazione
della lotta contro Satana anche immediatamente dopo la morte di
ognuno. Se ne trovano, per esempio, allusioni già nel Gelasiano:
« Ricevi, o Signore, l'anima del tuo servo N. che ritorna a te dalla
regione dell'Egitto. Manda i tuoi santi angeli al suo incontro e
mostragli la via della giustizia. Aprigli le porte della giustizia e
respingi da lei il principe delle tenebre » ,57 ; « Degnati, Signore, di
dargli la regione della luce, del refrigerio e della quiete. Le sia permesso
di passare le porte degl'inferi e le vie delle tenebre, e possa
soggiornare nelle dimore dei santi, nella luce santa, che tu un giorno
promettesti ad Abramo e alla sua discendenza » 158 ; « L'assista l'angelo
del tuo testamento, Michele. Liberala, Signore, dai principi delle
tenebre e dai luoghi delle pene » 159 .
Nell'attuale rito delle esequie, nell'orazione: Deus cui proprium
est misereri..., c'è la frase : « Non l'abbandonare nelle mani del nemico
ma comanda che sia ricevuta da santi angeli e condotta alla patria
del paradiso ». Simili e anche più chiare allusioni a questo modo di
rappresentarsi le cose, si trovano facilmente nelle liturgie storiche
ed attuali ieo . Il caso più celebre è l'offertorio della nostra messa
per i defunti concepito completamente in questo schema: « Signore,
Gesù Cristo, Re della gloria, libera le anime di tutti i fedeli defunti
dalle pene dell'inferno e dal profondo abisso; liberale dalle fauci
del leone, affinché non siano preda del tartaro e non cadano nelle
tenebre; ma il vessillifero S. Michele le conduca alla luce santa che
un giorno promettesti ad Abramo e alla sua discendenza » m .
Dal punto di vista dogmatico è da osservare che questa e simili
preghiere oggi sono e devono essere intese, nel quadro generale della
dogmatica dei novissimi pienamente sviluppata, come preghiere per
la liberazione dalle pene del purgatorio, a parte il senso storico che
ebbero quando furono composte e le stesse espressioni materiali
che contengono " 2 .
È anche vero che, in senso pienamente ortodosso, si può ancora
parlare, in qualche modo, di lotta contro Satana anche dopo la
morte, fintanto che l'anima si trova in purgatorio; perché è ancora
una notevole traccia, o meglio una sequela, del potere di Satana
157 Ed. Mohlberg n. 1610 p. 234. 6 tutt'altra questione sapere se questi elementi
appartengano al Gelasiano antico o ai suoi rifacimenti gallicani.
"8 Ibid. n. 1617 p. 236.
"» Ibid. n. 1621 p. 236.
i6o Vedi cenni in B. SERPILLI, L'offertorio della messa dei defunti, Roma
1946 p. 69-80.
161 SERPILLI /. e. opina trattarsi di un testo d'origine irlandese, o, comunque,
gallicana. Vedi anche M. SORESSI, L'offertorio della messa dei defunti e
l'escatologia orientale, in: Eph. Lit. 61 (1947) 245-52.
162 II testo dell'offertorio della messa dei defunti, nella sua dicitura, resiste
più degli altri a questa interpretazione.