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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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NEMICI DEL POPOLO DI DIO 469<br />

beato chi prenda e chi sbatta<br />

i pargoli tuoi contro la rupe 17 .<br />

il cristiano deve pensare a Satana, anche in quanto opera contro il<br />

popolo per mezzo dei peccatori nemici <strong>della</strong> Chiesa. Ma non può<br />

augurare nessun male, né morale né materiale, ai peccatori stessi e<br />

ai nemici <strong>della</strong> Chiesa. <strong>Il</strong> suo pensiero si ferma al desiderio <strong>della</strong><br />

distruzione e dello sradicamento del male, ossia all'influsso di Satana<br />

nel mondo e di tutti quei germogli di male che Satana prolifica sulla<br />

terra. <strong>Il</strong> « beato chi prenda e chi sbatta i pargoli tuoi contro la rupe »,<br />

sulla bocca del cristiano significa necessariamente: beato colui che<br />

può infrangere i germogli del male che Satana prolifica, ricorrendo<br />

al supremo e invincibile oppositore di ogni peccato: Cristo, Dio.<br />

Non è dunque affatto arbitraria l'interpretazione patristica tradizionale<br />

di questo versetto riferito alle realtà eristiche e cristiane:<br />

« Chi sono i pargoli di Babilonia? I cattivi desideri quando sono sul<br />

nascere... : quando è piccolo, sbattilo... sulla rupe sbattilo : e la Rupe<br />

era Cristo » 18 . E così facendo, checché ne sia del modo in cui gli<br />

Israeliti e i contemporanei hanno capito questo versetto, il cristiano<br />

raggiunge il <strong>senso</strong> profondo che in esso Dio aveva in vista, perché la<br />

legge del taglione che Egli, pedagogicamente, dette agli Ebrei, e secondo<br />

la quale quel versetto è concepito, non era, nelle sue intenzioni,<br />

che una condiscendenza all'imperfezione di quel popolo e un<br />

primo e lontano abbozzo ,9 <strong>della</strong> legge <strong>della</strong> carità che avrebbe poi<br />

data ai cristiani. In virtù di questa, i cristiani avrebbero dovuto essere<br />

nemici irreconciliabili solo del peccato nonché di Satana e dei dannati,<br />

perché ormai definitivamente radicati nel peccato, mentre avrebbero<br />

ancora e sempre pregato e sperato per la conversione di ogni<br />

uomo vivo peccatore.<br />

I salmi che si riferiscono al tema dei nemici del popolo di Dio<br />

sono principalmente: 43; 46; 59; 65; 67; 73; 75; 78; 79; 82; 88; 97;<br />

107; 117; 122; 123; 124; 128; 136; 143; 149. Vi si può contare anche 89 20 .<br />

Vili. <strong>Il</strong> peccatore pentito nel popolo di Dio. — £ il tema del pio<br />

Israelita che si sente individualmente peccatore, confessa il suo peccato,<br />

si umilia, chiede perdono a Dio facendo appello alla sua immen-<br />

17 Nella traduzione omofona di PIATII.<br />

18 S. Agostino, Enarrai, in Sai 136,12. Nello stesso <strong>senso</strong> già Origene, <strong>Il</strong>ario,<br />

Ambrogio, Girolamo, poi Cassiano, S. Benedetto nella Regola, Prologo 28 cfr.<br />

ed. LENTINI, Montecassino 1948 p. 19 s.<br />

19 In quanto nella legge del taglione Dio ordinava che, se si voleva fare<br />

vendetta contro il, nemico, in essa non si esigesse più del danno subito; solo<br />

un dente per un dente, solo un occhio per un occhio, ecc.<br />

20 Diversi di questi salmi si riferiscono alle guerre d'Israele contro i suoi<br />

nemici, per es., 46; 59, ecc. A simile tema si riferiscono anche alcuni salmi che<br />

trattano del re d'Israele o anche di Gerusalemme la città santa. Intorno a<br />

questo tema delle guerre d'Israele e del loro carattere religioso, ved. per es.,<br />

FF. SCHWALLY, Sentitisene Altertiimer : I. Der heilige Krieg im alten Israel,<br />

Leipzig 1901; G. VON RAD, Deuteronomy and the holy war, in: Studies in Deuteronomy,<br />

London 1953 pp. 45-59.

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