TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

712 CAP. XXII - S. GERTRUDE E SPIRITUALITÀ LITURGICA
« Accettai l'osservazione con poca gratitudine giudicandola molto incongrua
per me sapendo che tu mi avevi plasmato la mente altrimenti che per servirti
come un mercenario serve il suo padrone. Ruminai la cosa nel mio petto con
abbassamento di spirito dalla mattina fino alla sera ».
La sera però, alla fine di compieta, mentre si raccoglie in orazione,
Cristo le fa capire che in quel paragone non vi è niente di sconveniente,
ma che anzi calza assai bene.
« E aggiungesti che ogni volta che qualcosa vorrebbe attirare i miei affetti
sia a destra, come il gaudio e la speranza, sia a sinistra, come il timore, il dolore
o l'ira, usassi subito la verga del tuo timore, e, dominando i sensi, offrissi
quei sentimenti, cotti nel calore del cuore, come un tenero agnello appena nato,
in cibo a te » 50 .
In modo simile Dio la istruisce sulla necessità del disinteresse
anche nelle preghiere 51 e sulla necessità elei desiderio di patire 52 .
Forza purificatrice della liturgia
Così in Gertrude, come ci appare nel Legatus e negli Esercizi,
non scorgiamo niente di quella lotta penosa e drammatica delle
purificazioni attive e passive che ci è dato di vedere nella vita di
tanti santi e di tanti mistici in particolare. Essa, dal primo momento
che possiamo seguirla, ci appare come un'acqua di cristallina purezza,
solo intaccata qua e là di qualche crespa 53 . Il progresso di
purificazione, che ha dovuto certamente verificarsi anche in lei, dal
momento della sua entrata nella vita mistica, dai documenti che abbiamo,
non appare con grande rilievo. Ne abbiamo rilevato le nette
tracce che incontriamo nei suoi scritti.
Ma quello che qui c'interessa è di costatare che quest'aspetto
di purificazione s'inserisce naturalmente e senza complicazioni, come
gli altri elementi della sua santità, nel quadro della sua vita liturgica
che è quello della sua vita dello spirito. Le grazie d'unione e d'illuminazione,
ricevute in stretta connessione con la sua vita liturgica,
esercitano naturalmente la loro forza purificatrice sulle scorie che
ancora in qualche modo la macchiano e di cui si rende conto appunto
attraverso la luce di queste grazie. Così il suo sforzo morale prende
un aspetto niente affatto complicato, ma semplice ed efficace nello
stesso tempo.
Non vediamo penitenze straordinarie di nessuna sorta. Né me-
'o II 13.
» II 16 p. 87.
" III 5.
53 Vedi le parole di Cristo: « Fin dalla sua infanzia io l'ho come portata e
allevata fra le mie braccia, conservandola immacolata fino al momento in cui
essa spontaneamente si unì a me con tutta la forza della sua volontà. E allora,
a mia volta, mi son dato tutto a lei con la mia virtù divina » (I 3).
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