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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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440 CAP. XIV - LITURGIA E SCRITTURA<br />

quale appunto si legge la creazione delle cose e dell'uomo, dice:<br />

« 0 Dio, che in modo mirabile creasti l'uomo, e ancora più mirabilmente<br />

l'hai redento... » e, si può aggiungere, più mirabilmente<br />

ancora lo redimerai...<br />

L'Antico Testamento spesso parla di Dio presente nel suo<br />

popolo, in specie nel santuario. Fortissimo è il <strong>senso</strong> di questa<br />

presenza di Dio nel santuario nel passo del secondo libro dei<br />

Paralipomeni 6-7 dove si narra la dedicazione del tempio di Salomone.<br />

È ovvio l'approfondimento del <strong>senso</strong> di questi testi quando<br />

vengono letti nella <strong>liturgia</strong> cristiana <strong>della</strong> dedicazione di una chiesa,<br />

edificio materiale <strong>della</strong> Chiesa spirituale; dove Dio si fa presente<br />

nel sacrificio eucaristico e dove il flusso di grazia santificatrice che<br />

ne deriva per ogni anima e che può andare fino all'esperienza mistica<br />

<strong>della</strong> presenza in se stessa delle persone <strong>della</strong> Trinità, è<br />

immensamente più grande che nel tempio di Salomone. Anzi, nell'ufficiatura<br />

<strong>della</strong> dedicazione <strong>della</strong> chiesa le continue allusioni alla<br />

presenza più straordinaria ancora di Dio tra il popolo <strong>della</strong> Gerusalemme<br />

celeste (v., per esempio, responsorio <strong>della</strong> lezione Vili,<br />

il capitolo delle Iodi, gli inni Coelestis urbs Jerusalem e Alto ex<br />

Olympi vertice, l'epistola <strong>della</strong> messa: Ap 21,2-5), prolungano il<br />

<strong>senso</strong> dei testi dei Paralipomeni sulla presenza di Dio fino ai trionfi<br />

dell'Apocalisse.<br />

I profeti dell'Antico Testamento cantano spesso la tenerezza<br />

e la grandezza dell'amore di Dio per il suo popolo paragonandolo<br />

a quello di uno sposo per la sua sposa (Os 1,2; 2,3-15; 4,10-19;<br />

Ger 12,7-9; 31,3; Is 54,5-8; 62,4 s; Ez 16; 23; MI 1,2). Tutta la cantica,<br />

nel <strong>senso</strong> parabolico, non fa altro che celebrare quest'amore coniugale<br />

tra Dio e Israele. I testi <strong>della</strong> cantica sono talvolta letti nella<br />

<strong>liturgia</strong> nelle feste <strong>della</strong> Madonna (per esempio, epistola <strong>della</strong> Visitazione)<br />

e di alcune sante particolari. Trasportati in questo ambiente<br />

cristiano, quei testi vengono letti alla luce di tutte quelle<br />

manifestazioni dell'amore di Dio per la Chiesa e le singole anime<br />

all'interno <strong>della</strong> Chiesa, in specie per Maria, di cui le relazioni tra<br />

Dio e Israele non furono che una pallida ombra. E nello sfondo<br />

c'è sempre la Gerusalemme celeste dove avranno perfetto compimento<br />

le nozze dell'Agnello con la Chiesa e le singole anime (Ap<br />

19,7.9; 21,2 ss).<br />

Dio protettore del giusto e pio israelita viene spessissimo cantato<br />

nei salmi e nei libri sapienziali. Questi testi sono spesso letti<br />

dalla <strong>liturgia</strong> alla luce <strong>della</strong> protezione più mirabile ancora che Dio<br />

ha accordato ai giusti del Nuovo Testamento (v., per esempio, le<br />

messe del comune di un martire non pontefice, di più martiri fuori<br />

del tempo pasquale e di un martire nel tempo pasquale, di un confessore<br />

non pontefice, di una vergine martire).<br />

Insomma, tutti i testi di tipo dottrinale dell'Antico Testamento<br />

nei quali si afferma qualche attributo di "Dio o qualcosa sulle relazioni<br />

tra il mondo e Dio, letti nella <strong>liturgia</strong>, vengono da essa come<br />

approfonditi e prolungati alla luce delle realtà presenti in Cristo<br />

e nella Chiesa e delle realtà future dell'ultima escatologia.

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