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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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382 CAP. XIII - LE DUE CITTÀ<br />

Dopo la consignatio, in Africa e a Roma, dal secolo III-IV, veniva<br />

il rito <strong>della</strong> degustazione del sale benedetto ed esorcizzato, cerimonia<br />

che sussiste tuttora nel rituale romano 54 . Oltre al significato<br />

simbolico <strong>della</strong> conservazione per mezzo <strong>della</strong> sapienza divina, anche<br />

a questo rito si dava un <strong>senso</strong> apotropeutico per tener lontani i<br />

demoni. È quanto esprime in modo particolare l'esorcismo del sale<br />

che si ha nel Gelasiano ed è conservato tuttora nel rituale romano:<br />

« Ti esorcizzo, sale, nel nome di Dio Padre onnipotente e nella carità<br />

del Signore nostro Gesù Cristo, e nella virtù dello Spirito Santo. Ti<br />

esorcizzo per il Dio vivo e vero che ti creò per protezione dell'uomo<br />

e che ordinò che tu fossi consacrato per mezzo dei suoi servi a favore<br />

dei nuovi credenti. Ti preghiamo dunque, Signore, Dio nostro, che<br />

questo sale sia reso sacramento di salvezza per mettere in fuga il<br />

nemico. Tu, o Signore, santificalo, benedicilo, affinché per tutti coloro<br />

che lo gusteranno sia medicina perfetta e in loro duratura, nel nome<br />

del Signore Gesù Cristo, il quale verrà a giudicare i vivi e i morti per<br />

il fuoco » ". È facile rendersi conto da quanto precede che già l'ammissione<br />

al semplice catecumenato era ed è considerata essenzialmente<br />

nella visuale <strong>della</strong> liberazione da Satana e di adesione a<br />

Cristo.<br />

I riti sui « competentes »<br />

Tali erano pure le cerimonie eseguite per tutta la quaresima<br />

come preparazione prossima al battesimo su quei catecumeni detti<br />

competentes i quali, iscrivendosi sui registri ufficiali <strong>della</strong> Chiesa,<br />

avevano preso l'impegno di ricevere il sacramento alla prossima<br />

Pasqua. Già l'esame preliminare, che ogni candidato doveva ufficialmente<br />

subire prima di essere ammesso tra i competentes, rivestiva<br />

facilmente un simbolismo che concretizzava sin dal principio il tema<br />

<strong>della</strong> lotta a Satana per sottrarsi al suo dominio ed aderire a Cristo.<br />

Così in Siria, come appare dalle catechesi di Teodoro di Mopsuestia<br />

e come ha rilevato il P. Daniélou 5e , il candidato, durante l'esame<br />

in cui si discuteva il suo caso, doveva tenersi in piedi sopra un cilizio,<br />

a piedi scalzi, vestito <strong>della</strong> sola camicia, le mani stese in forma<br />

di preghiera e lo sguardo abbassato ". Questo atteggiamento concretizza<br />

simbolicamente il tema suaccennato : così il candidato vuole<br />

« manifestare la servitù in cui il diavolo lo teneva schiavo ed eccitare<br />

la compassione del giudice » 5S . Egli, così stando dinanzi ai giudici<br />

eccelesiastici, doveva credersi in atteggiamento di lotta contro il<br />

diavolo simile a Cristo stesso nella sua tentazione nel deserto. Nel<br />

tappeto di cilizìo, il cui significato primitivo sembra essere stato semplicemente<br />

quello <strong>della</strong> penitenza, Teodoro vede significate quelle<br />

54 Ordo baptismi parvulorum n. 6-7; ordo baptismi adultorum n. 13-15.<br />

55 Ed. Mohlberg n. 288 p. 43.<br />

5 « Bible et liturgie, Paris 1951 pp. 30-33.<br />

57 TEODORO DI MOPSUESTIA, Catechesi XII 1.<br />

« Ibid. XII 24.

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