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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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NOZIONE DELLA SPIRITUALITÀ LITURGICA 625<br />

come mezzi comuni nella tendenza alla stessa perfezione. Verità<br />

lapalissiana, ma, perciò stesso, tanto più importante anche nel campo<br />

pratico per impedire, per esempio, che qualcuno — sia esso sostenitore<br />

o nemico del movimento liturgico — s'immagini che la spiritualità<br />

liturgica è la spiritualità di colui che ritiene bastare, per tendere<br />

efficacemente alla perfezione cristiana, l'uso dei mezzi che ci offre<br />

l'azione liturgica stessa; intendendo con ciò che non è necessario,<br />

per esempio, coltivare fuori dell'azione liturgica un generale desiderio<br />

<strong>della</strong> perfezione, lo spirito di preghiera e di meditazione con la<br />

debita attenzione vitale ai singoli dogmi <strong>della</strong> fede, il controllo di se<br />

stesso e delle proprie tendenze, lo spirito di mortificazione, uno spirito<br />

di sostanziale fervore <strong>della</strong> volontà, la docilità alle ispirazioni <strong>della</strong><br />

grazia, senza parlare del compimento dei doveri del proprio stato e<br />

dell'esercizio, anche penoso e purificatore, delle virtù morali '.<br />

Nella pratica gli sviamenti più o meno coscienti sono sempre<br />

possibili. Che, comunque, non sia inutile premunire contro tali sviamenti<br />

sulle soglie stesse di un discorso intorno alla spiritualità liturgica,<br />

basterebbero a dimostrarlo certune di quelle tendenze che si<br />

manifestarono prima dell'enciclica Mediator Dei e contro le quali<br />

l'enciclica stessa dovette intervenire 8 . Sia dunque ben chiaro che<br />

la spiritualità liturgica è una spiritualità che si estende non solo<br />

a quei momenti nei quali il fedele partecipa all'azione liturgica, ma<br />

a tutta la sua vita anche fuori dell'azione liturgica, impegnandola interamente<br />

nella tendenza verso la perfezione cristiana ed estendendo<br />

alla vita intera l'uso di quei mezzi comuni che a questo scopo sono<br />

indispensabili in ogni spiritualità cattolica.<br />

Quello che è proprio <strong>della</strong> spiritualità liturgica è semplicemente<br />

che, sia nella stessa azione liturgica, sia fuori di essa, la concretizzazione<br />

specifica e l'ordinamento sintetico relativo di quei mezzi comuni<br />

è determinato dalla <strong>liturgia</strong> stessa. Questo significa che il modo in cui<br />

gli elementi comuni di ogni spiritualità cattolica sono praticamente<br />

presentati, realizzati e vissuti nella <strong>liturgia</strong>, sia singolarmente in se<br />

stessi, sia nell'importanza relativa che viene loro data, è accettato<br />

non solo come il modo concreto di vedere e vivere la realtà cristiana<br />

e di tendere alla perfezione durante i momenti dell'azione liturgica,<br />

ma anche in tutto il resto <strong>della</strong> vita fuori dell'azione liturgica. Per<br />

cui la forma mentis, per così dire, <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> si riflette in tutto<br />

il resto <strong>della</strong> vita come tendenza alla perfezione e lo determina.<br />

Non già nel <strong>senso</strong> che non siano ammessi elementi che non si trovano<br />

affatto nella <strong>liturgia</strong>. Questo irriplicherebbe, per esempio, che<br />

una spiritualità liturgica esclude la prassi del rosario o <strong>della</strong> via<br />

crucis o delle penitenze corporali perché non si trovano nella <strong>liturgia</strong>!<br />

Ma nel <strong>senso</strong> che tutto quello che è assunto nella spiritualità<br />

• Così, per esempio, intende la spiritualità liturgica F. VINCENT, La spiritualité<br />

salesienne, in: J. GAUTIER, La spiritualité catholique, Paris 1953 pp. 211-212.<br />

Dopo di che, naturalmente, è un gioco da bambino per il grave autore deridere<br />

tale « spiritualità ».<br />

" N. 121-135; 171-183.

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