TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

262 CAP. Vili - IL KYRIOS
le specie eucaristiche. È presente con la sua virtù nei Sacramenti,
di modo che quando uno battezza è Cristo che battezza 32 . È presente
nella sua parola, giacché è Egli che parla nella Chiesa quando
si legge la Sacra Scrittura. È presente infine quando la Chiesa
prega e loda. Lui che ha promesso (Mt 8,20): "Dove sono due o tre
riuniti nel mio nome, là sono io, in mezzo a loro". In quest'opera cosi
grande, con la quale viene resa a Dio una gloria perfetta e gli uomini
vengono santificati, Cristo associa sempre a sé la Chiesa, Sua Sposa
amatissima, la quale prega il suo Signore e per mezzo di Lui rende
il culto all'eterno Padre. Giustamente perciò la liturgia è ritenuta
l'esercizio del sacerdozio di Cristo, nel quale per mezzo dei segni
sensibili viene significata e, in modo ad essi proprio, realizzata,
la santificazione dell'uomo, e viene esercitato dal corpo mistico di
Gesù Cristo, cioè dal Capo e dalle sue membra, il culto pubblico
integrale. Perciò ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di
Cristo sacerdote e del suo corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per
eccellenza, e nessun'altra azione della Chiesa, allo stesso titolo e
allo stesso grado, ne uguaglia l'efficacia » 33 .
Molto giustamente il P. Roguet commentando simili affermazioni
della Mediator Dei 3 * osserva : « La Chiesa non succede a
Cristo; non lo sostituisce. Il culto ch'essa rende a Dio, i sacramenti
ch'essa amministra, non furono solo istituiti da Cristo. Cristo vi
è sempre presente, per mezzo della sua assistenza alla Chiesa, per
la sua presenza nella comunità, per la sua efficacia santificante. Di
qui viene la grandezza della liturgia, opera della Chiesa e opera
di Cristo nello stesso tempo. La liturgia è dunque qualcosa di ben
altro che un cerimoniale o un memoriale » M .
Ancora: la liturgia, sotto il velo dei segni sensibili, è semplicemente
la continuazione e l'applicazione ai singoli individui, nel
succedersi dei tempi e dei luoghi, dell'azione redentiva di Cristo.
Anche qui non si tema un gioco di prestigio intento a far apparire
la liturgia sotto una luce favorevole. Questo insegnamento è stato
recentemente e autorevolmente ribadito dal concilio vaticano II:
« La liturgia... mediante la quale, specialmente nel divino sacrificio
dell'eucaristia, "si attua l'opera della nostra salvezza"... » 39 . L'enciclica
Mediator Dei più esplicitamente ancora dice : « Nelle celebrazioni
liturgiche, si dice, e in modo speciale nell'augusto sacrificio
dell'altare, l'opera della nostra redenzione è veramente continuata
e il suo frutto ci viene applicato. Cristo, nei sacramenti e nel suo
sacrificio, ogni giorno opera la nostra salvezza; per essi continuamente
Egli purifica e consacra a Dio il genere umano » 37 . In queste
32 S. AGOSTINO, In Jo. tract. VI 1,7.
33 CL art. 7.
34 n. 20. Vedi anche n. 22 : « Il sacerdozio di Gesù Cristo è sempre in atto
nella successione dei tempi, non essendo altro la liturgia che l'esercizio di questo
sacerdozio ».
35 ed. della Mediator Dei, p. 10.
33 CL art. 2.
37 n. 29.