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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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REGIME SACRAMENTALE 75<br />

quale bisognerà tornare in seguito, è la legge dell'oggettività: la<br />

via stessa per cui noi possiamo e dobbiamo andare a Dio non è<br />

lasciata alla nostra libera scelta, tanto meno al nostro capriccio;<br />

essa ci è imposta da Dio. La nostra salvezza non può compiersi<br />

che nel seguire questa via oggettivamente mostrataci, nell'accettarla,<br />

nel sintonizzarci ad essa. Ora questa via è una via incarnata:<br />

è attraverso uomini e cose anche sensibili e materiali che Dio si<br />

comunica agli uomini e gli uomini vanno a Dio. Prototipo di questa<br />

legge è Cristo stesso, Dio e uomo, unica via per andare al Padre,<br />

nel quale, in modo assolutamente plenario, il divino è sceso nell'umano<br />

e l'umano si è incontrato col divino. Continuazione, espressióne<br />

e strumento di Cristo, costruito in tutto sul modello incarnato<br />

che si verifica in Cristo stesso, è la Chiesa, divina e umana, invisibile<br />

e sociale visibile, attraverso la quale e nella quale Cristo, dalla pentecoste<br />

alla parusia, comunica la sua vita divina agli uomini e<br />

l'umanità rende il suo culto perfetto a Dio. Strumento di Cristo<br />

e <strong>della</strong> Chiesa, costruito sullo stesso modello incarnato, per il<br />

quale e nel quale Dio per mezzo di Cristo santifica la Chiesa e la<br />

Chiesa per Cristo e in Cristo rende il suo culto a Dio, è, appunto,<br />

tutto il regime dei segni che costituisce la <strong>liturgia</strong>.<br />

Legge dell'oggettività, legge dell'incarnazione, legge comunitaria,<br />

anzi ecclesiale, <strong>della</strong> salvezza, è questa l'ultima base che rende conto<br />

del perché l'incontro tra Dio e gli uomini si fa ora in un regime<br />

di segni, in sacramento, in sacramentis, direbbero gli antichi. Dal<br />

grande e primordiale sacramentwn che è Cristo, deriva il sacramentum<br />

generale che è la Chiesa, e questo si esprime massimaménte<br />

nei sacramenta che costituiscono la <strong>liturgia</strong>: in primo luogo<br />

nei suoi sette riti maggiori, i sette sacramenti propriamente detti,<br />

e in modo specialissimo nel santissimo sacramento per eccellenza,<br />

il mistero eucaristico 77 . In tutte queste fasi la trasmissione <strong>della</strong><br />

vita divina agli uomini e il ritorno degli uomini a Dio si fa per via<br />

incarnata in regime di segno: in sacramentis, dove aliud videtur<br />

et aliud intelligitur. Se si pensa poi che la stessa Sacra Scrittura è<br />

tutta basata sul concetto di segno, tanto segno parola che segno<br />

cose o persone (perché, a causa <strong>della</strong> profonda unità <strong>della</strong> storia<br />

sacra, e come dovremo spiegare in seguito, le stesse cose e persone<br />

di cui ivi si fa parola, nelle intenzioni di Dio, hanno anche riferimento<br />

intrinseco ad altre realtà sacre), ci si accorge come per tutte<br />

77 6 il concetto esplicitamente rilevato nel concilio vaticano II, CL, art.<br />

5-7. Vedi anche C. VAGAGGINI, LO spirito <strong>della</strong> Costituzione sulla <strong>liturgia</strong>, in:<br />

Riv. Lit. 51 (1964) 8-16; P. VISENTIN, // mistero di Cristo nella <strong>liturgia</strong> secondo la<br />

Costituzione liturgica, ibid. 55-62. Vedi anche S. AGOSTINO, Ep. 187, 34: Sacramentum<br />

porro regenerationis nostra... erat... antiquis aliquod occultum... Non<br />

est enim aliud Dei mysterium nisi Christus; nonché S. LEONE MAGNO, Sermo 74, 2:<br />

Quod conspicuum erat in Christo transivit in Ecclesiae sacramenta. Vedi anche<br />

E. H. SCHILLEBEECKX, <strong>Il</strong> Cristo sacramento dell'incontro di Dio con l'uomo, trad.<br />

it., ed. paoline 1963; P. BROUTIN, Mysterium Ecclesiae, Paris 1947; O. SEMMEL-<br />

ROTH, L'Eglise, sacrement de la rédemption, trad. frane, Paris 1963; la, Vom<br />

Sinn des Sakraments, Frankfurt 1960; K. RAHNER, Kirche und Sakramente, Freiburg<br />

i. B. 1960.

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