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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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326 CAP. XII - LITURGIA, SANTI E ANGELI<br />

organizzata e diffusa da S. Oddone di Cluny verso la fine del secolo<br />

decimo n .<br />

Insomma, in tutta la <strong>liturgia</strong>, considerata sia dal punto di<br />

vista storico che nel suo stato attuale, è profondamente messa in<br />

opera quella misteriosa ma reale comunione di vita divina e d'interessi<br />

spirituali che ci unisce ad ogni anima che ha lasciato questo<br />

mondo in pace, almeno sostanziale, con Dio e che sarà nostra<br />

concittadina nella Gerusalemme celeste. Quel sentimento così radicato<br />

nel cuore umano che i legittimi legami che ci uniscono<br />

quaggiù gli uni agli altri, in quello che hanno di più santo e<br />

sublime, non sono spezzati dalla morte, ma continuano oltre la<br />

tomba, la <strong>liturgia</strong> non solo lo rispetta pienamente — prova ancora<br />

una volta che s'indirizza all'uomo nella sua integra personalità —<br />

ma lo mette in opera in un'atmosfera di luce e di speranza sconosciuta<br />

alle religioni non cristiane. Essa lo prospetta sempre sullo<br />

sfondo <strong>della</strong> Gerusalemme celeste, la comune patria in cui tutti,<br />

un giorno, abbiamo speranza di ritrovarci.<br />

Comunione con i santi del cielo<br />

Più profondamente ancora è ovunque presente nelle liturgie<br />

attuali il concetto e la realtà <strong>della</strong> comunione che ci unisce coi<br />

santi del cielo, principalmente con la Vergine Maria. La comunione<br />

con i santi è, infatti, il concetto fondamentale implicato non solo<br />

nella memoria che di essi si sviluppò nelle anafore a partire dal<br />

secolo V, ma anche nella <strong>liturgia</strong> delle loro feste e, in genere, nella<br />

loro invocazione, che in tutti i riti prese enorme sviluppo a partire<br />

dal secolo IV-V e occupa oggi un posto rilevante.<br />

Come è noto 12 , il culto liturgico dei santi si sviluppò nella<br />

Chiesa a partire dal culto dei martiri 13 e questo, al principio, era<br />

connesso localmente con la loro tomba e cronologicamente col<br />

giorno anniversario del loro martirio. Ora, il modo specifico di<br />

onorare liturgicamente la memoria del martire fu di offrire il<br />

sacrificio sulla sua tomba. È quanto suppone il Martyrium Polycarpi<br />

14 . Lo stesso uso si rileva a Cartagine al tempo di S. Cipriano.<br />

Infatti, parlando di tre martiri cartaginesi, egli dice al popolo:<br />

« Sapete che per loro offriamo sempre il sacrificio ogni volta<br />

che, annualmente, commemoriamo il giorno <strong>della</strong> loro passione » ".<br />

Dal secolo IV-V i testi parlano anche dell'uso di celebrare le vigilie<br />

notturne sulla tomba dei martiri il giorno del loro anniversario.<br />

11 Per tutto questo vedi per es., RIGHETTI II 325 ss.<br />

12 Vedi ibid. p. 268 ss.<br />

13 Le prime notizie si hanno a partire dalla metà del secolo II, Martyrium<br />

Polycarpi 18, 155-77.<br />

14 18. Nel 250 S. Pionio fu arrestato mentre celebrava l'eucaristia per l'anniversario<br />

di S. Policarpo. Vedi Eusebio HE IV 15,46 s.<br />

15 Ep. 39,3,1.

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