TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

98 CAP. II - LITURGIA E SEGNI SENSIBILI
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l'amministrazione dei sette sacramenti, nonché le opere pie e tutta
la preghiera canonica della Chiesa. Si tende invece a riservare la nozione
di sacramentali a certi riti, istituiti dalla Chiesa, che per sé
non fanno parte della celebrazione del sacrificio e dell'amministrazione
dei sette sacramenti, ma sono di struttura simile a quella dei
sacramenti e che la Chiesa suole usare per ottenere con la sua impetrazione
effetti principalmente spirituali I21 .
Si distingue, generalmente, i sacramentali cose e i sacramentali
azioni. I sacramentali cose sono quelli che perdurano anche dopo
quell'azione; come l'acqua benedetta, le candele benedette, i rami
benedetti di olivo o di palme, le ceneri del mercoledì delle
ceneri. I sacramentali azioni sono quelli che passano con l'azione
stessa con cui sono stati costituiti. Si distinguono in tre classi.
La prima è costituita dalle consacrazioni che, per una benedizione
detta costitutiva, separano stabilmente dall'uso profano e riservano a
Dio, deputandola permanentemente al suo servizio, la cosa o la persona
a cui sono applicate. Per esempio : la consacrazione di una chiesa,
di un altare, di un calice; la chiericatura; la benedizione di un abate;
la consacrazione di una vergine; la professione monastica o religiosa.
Alla seconda classe appartengono le semplici benedizioni invocative
fatte su cose o su persone per attirare su di esse la protezione e i
benefici divini; per esempio: la benedizione nuziale, la benedizione
dei bambini, dei malati, di tutto il popolo col Santissimo, dei campi,
degli utensili. La terza classe è formata dagli esorcismi per l'allontanamento
dell'influsso demoniaco dalla cosa o dalla persona su cui
sono fatti.
I sacramentali consistono immediatamente e in primo luogo in
una preghiera d'impetrazione che la Chiesa indirizza a Dio, e solo
in secondo luogo.e mediatamente, cioè, mediante questa preghiera
d'intercessione della Chiesa,-in una santificazione, in quanto la Chiesa,
per mezzo di questi riti, impetra da Dio la santificazione delle
persone o delle cose.
Qui, il concetto di santificazione, applicato alle persone e alle
cose non ha, evidentemente, lo stesso senso. Solo la persona, e immediatamente
l'anima, è soggetto atto a ricevere la santificazione,
121 Cfr. CL, art. 60; Codex Juris canonici, canone 1144; MICHEL, 1. e; GABOARDI,
1. e. L'estensione da dare al concetto di sacramentali, e quindi la sua precisa definizione,
ha subito parecchie variazioni lungo la storia. Verso il secolo XIII si
scisse il vecchio concetto di sacramentum per meglio distinguere quello che hanno
di proprio gli attuali nostri sette sacramenti da tutti gli altri riti che erano prima
compresi nel concetto di sacramentum, e si cominciò a parlare, per questi
ultimi, di sacramentalia, ossia piccoli sacramenta. Tra questi sacramentalia si
comprendevano ancora non solo tutti i riti accessori nella celebrazione dei sette
sacramenti, ma anche le semplici cerimonie nella celebrazione dei sacramenti
e del sacrificio, nonché molte cerimonie (e oggetti) compiute in altre occasioni;
alcune preghiere, come il Pater; tutte le preghiere canoniche; alcune opere pie,
come l'elemosina, il digiuno, ecc. Fu solo in tempi più recenti, a partire da
Bellarmino, che, presso taluni si manifestò la tendenza a restringere ancora
il concetto di sacramentali escludendone le semplici cerimonie, le opere pie,
e tutta la preghiera canonica della Chiesa.
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