TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

PASSIONE, RISURREZIONE E SATANA 353
rimproverato da Gesù come Satana tentatore (Me 8,33; Mt 16,23),
ossia suo strumento.
Giovanni accentua ancora questa idea. Il momento della passione
è presentato come « l'ora » di Gesù; il tempo cioè della
grande prova stabilito dal Padre e da Lui liberamente accettato
(Gv 12,27 ss, cfr. 7,30; 13,1). Questa prova è la lotta suprema contro
Satana, il principe di questo mondo, che in quel momento gli si
avvicina per combatterlo (Gv 14,30). Ma quest'ora sarà l'ora della
sconfitta definitiva di Satana che verrà cacciato dal suo regno:
« Viene il principe di questo mondo, ma in me non ha nulla »
(Gv 14,31); «adesso si fa il giudizio del mondo; adesso il principe
di questo mondo sarà cacciato fuori» (Gv 12,31); «il principe
di questo mondo è già giudicato» (Gv 16,11). Anche Giovanni nota
che « inzuppando del pane (Gesù) lo diede a Giuda... E dopo quel
boccone Satana entrò in lui » (Gv 13,26 s).
Che S. Paolo considerasse la passione di Gesù come una lotta
contro Satana mi pare innegabile da 1 Cor 2,6 s : « ...sapienza in
verità non di questo secolo né dei principi di questo secolo, che
sono resi vani; ma noi parliamo della sapienza di Dio nel mistero,
la sapienza nascosta che Dio preordinò prima di tutti i secoli, a
gloria nostra, e che nessuno dei principi di questo secolo ha conosciuto;
se infatti l'avessero conosciuta non avrebbero mai crocifisso
il Signore della gloria ». Non mi pare possibile intendere
l'espressione: i principi di questo secolo, altrimenti che delle
potenze demoniache avverse che regnano in questo mondo.
L'espressione rimanda ad altre simili nelle quali si tratta evidentemente
di tali potenze (Ef 2,2; 6; 12; 1 Cor 15,24 s; Gal 4,3-9; Col 2,8).
Nella crocifissione, dunque, per S. Paolo come per gli evangelisti,
erano all'opera Satana e i suoi angeli.
Se, nella tradizione del Nuovo Testamento, la passione e la
crocifissione di Gesù costituiscono il momento supremo della sua
lotta contro Satana, è naturale che il trionfo di Gesù, la sua esaltazione
manifestatasi nella discesa all'inferno, nella risurrezione
dai mòrti e nell'ascensione, sia stato considerato come un trionfo
su Satana e le potenze demoniache. L'espressione generale di
questo concetto si trova nel noto testo dell'epistola ai filippesi:
« ...umiliò se stesso fattosi obbediente fino alla morte e alla morte
di croce. Perciò Iddio lo esaltò e gli diede il nome che è sopra ogni
nome, affinché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi e degli
esseri celesti e dei terrestri e di quei sotto terra » (FU 2,8-10).
Cielo, terra, regioni sotto terra, sono la parti convenzionali per
indicare tutto l'universo (cfr. Ap 5,3.13). Dopo la sua morte, Cristo
glorioso, in espressione di vittoria, come percorrendole tutte, per
la sua discesa all'inferno, la sua risurrezione e la sua ascensione,
ne ha preso possesso da trionfatore e Signore : « L'essere salito
che vuol dire, se non che era disceso nelle parti inferiori della
terra? Colui che è disceso è lo stesso che è salito al di sopra dei
cieli tutti, per riempire tutto l'universo » (Ef 4,9 ss). Egli coglie
12-11 senso teologico...