TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

588 CAP. XIX - TEOLOGIA E LITURGIA NEI PADRI
puramente concettuale nel complesso della gnosi non è, per dirla
ancora una volta con espressione scolastica posteriore, sui grafia,
ma alterius grafia, ossia in vista di quella « conoscenza » superiore
che è l'intelletto sapienziale di S. Agostino.
Seconda osservazione: come nella tradizione giudaica, così anche,
comunemente, nella tradizione cristiana della gnosi, non solo
questa è intimamente connessa con la meditazione e l'interpretazione
della Scrittura, e quindi essenzialmente scritturistica, ma inoltre,
nella Scrittura stessa, considera anzitutto l'aspetto di storia sacra
degli interventi di Dio nel mondo e della risposta dell'uomo a Dio
che si concretizza principalmente nell'itinerario di ritorno dell'anima
a Dio, il tutto considerato nella sua profonda unità. La gnosi dello
pseudo Dionigi e la tradizione da lui dipendente è probabilmente
quella che tende maggiormente a distaccarsi da questo punto di
vista, per il suo carattere più spiccatamente metafisico, sebbene non
di tradizione aristotelica, ma neoplatonica.
Come la liturgia entri nel quadro della teologia come gnosi.
Pregi e difetti
Questo rapido cenno all'ideale della teologia come gnosi nell'età
patristica ci aiuta, credo, a comprendere il posto che in essa occupa
la liturgia e i pregi e i difetti della posizione dei Padri in questo
campo. Anzitutto nella teologia come gnosi, il valore irenico espositivo
della verità considerata è sempre al primo piano delle preoccupazioni,
poiché la gnosi tende essenzialmente ed intrinsecamente ad attuare
nel credente stesso un certo stato psicologico pratico che è un
complesso conoscitivo ed affettivo nello stesso tempo. Le cose ivi considerate
lo saranno dunque anzitutto in rapporto al valore che hanno
per il credente stesso al fine predetto, che è un fine più contemplativo
che difensivo, più intuitivo che semplicemente concettuale. È per questo
che la teologia come gnosi s'interesserà alla liturgia anzitutto e in
prima linea per il suo valore irenico positivo. In questo punto la
posizione dei Padri coincide con quella di S. Tommaso e differisce
da quella dei positivo-scolastici.
In secondo luogo, la considerazione della realtà come mysterion
è connaturalmente un punto essenziale di ogni gnosi e quindi della
teologia come gnosi. Infatti, nella gnosi di tradizione più spiccatamente
giudaica, è oggetto essenziale della considerazione la storia
sacra degli interventi di Dio nel mondo e della risposta dell'uomo
a questi interventi, tutte cose che, dal punto di vista propriamente
cristiano, s'incentrano in Cristo. Ma questo costituisce appunto il,
nucleo essenziale del concetto di mysterion in S. Paolo e poi nella
parte maggiore della tradizione teologica posteriore, nella quale
l'oggetto principale del mysterion rimane sempre la storia sacra
nell'unità e nella corrispondenza reciproca delle sue diverse fasi.
È vero che nel concetto di mysterion della tendenza rappresentata
dallo Pseudo Dionigi e dagli autori da lui dipendenti, la storia sacra