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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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510 CAP. XVII - POSITIVO-SCOLASTICA E LITURGIA<br />

1. LA QUESTIONE DEI RAPPORTI<br />

TRA <strong>TEOLOGIA</strong> SINTETICA GENERALE E LITURGIA<br />

Sollevando la questione dei rapporti tra teologia e <strong>liturgia</strong>, intendo<br />

trattare dell'inserimento <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> nella teologia sintetica<br />

generale, ossia in quella che oggi è detta comunemente dogmatica<br />

ed è appunto l'oggetto dei predetti manuali. Se la questione dei rapporti<br />

tra teologia e <strong>liturgia</strong> si limitasse alla questione dell'utilità, o<br />

anche <strong>della</strong> necessità, di studi e di corsi monografici intorno all'aspetto<br />

<strong>teologico</strong> <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong>, la discussione sarebbe presto risolta<br />

sul piano teorico e in linea di massima. Ci sarebbe solo da augurare<br />

che questi studi e corsi monografici, di cui si cominciano a vedere<br />

dei saggi, siano effettuati su larga scala e vengano così ad approfondire<br />

in qualche modo la nostra conoscenza <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong>. Comunque,<br />

probabilmente, nessun teologo avrebbe alcunché da obiettare<br />

contro simili studi, salvo poi, come per il passato, ad ignorare più<br />

o meno completamente la <strong>liturgia</strong> nella sua dogmatica o teologia<br />

generale, come cosa estranea e d'un altro ordine. Invece va esaminata<br />

proprio la questione se, e fino a qual punto, la <strong>liturgia</strong> è veramente<br />

una cosa estranea alla teologia generale e d'un altro ordine, e se<br />

basta sostanzialmente quel genere d'attenzione e d'importanza che,<br />

fin qui, i teologi le hanno concessa nelle loro sintesi generali.<br />

Intendo parlare essenzialmente dell'attenzione ed importanza<br />

qualitativa che le hanno concessa e nient'affatto, in primo luogo, del<br />

numero di pagine che le hanno consacrate o del numero di citazioni<br />

liturgiche con cui hanno fiorito le loro prove di tesi, essendo questo<br />

un aspetto puramente materiale e quantitativo, e quindi non risolutivo,<br />

del posto che spetta alla <strong>liturgia</strong> nella teologia. Bisogna chiedersi<br />

se il titolo stesso o la ragione metodologica ultima per la quale<br />

i teologi hanno ammesso fin qui la <strong>liturgia</strong> nella teologia sintetica<br />

generale sia sufficiente. Si vuol dunque mettere sul tappeto la questione<br />

dell'unità anzitutto qualitativa da trovare, o da ritrovare, tra<br />

teologia sintetica generale e <strong>liturgia</strong>.<br />

La questione è simile a quella che oggi, giustamente, preoccupa<br />

tanti teologi dell'unità da trovare, o ritrovare, tra teologia sintetica<br />

generale, dogmatica, come dicono, e bibbia, più esattamente, e teologia<br />

biblica. Che esista una questione dell'unità da trovare o ritrovare<br />

tra bibbia e teologia, è oggi su larga scala riconosciuto dai competenti.<br />

Chiunque, per altro, si è un po' abituato a tenere la bibbia in<br />

mano e a gustare un po' di teologia biblica secondo le possibilità<br />

e le esigenze dei metodi odierni, sa benissimo che la questione dell'unità<br />

da ritrovare tra bibbia e teologia non si risolve con un aumento<br />

puramente quantitativo di citazioni bibliche nello schema<br />

delle « tesi » dei nostri manuali. È invece in questione tutto un modo

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