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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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404 CAP. XIII - LE DUE CITTÀ<br />

esplicitamente ricordata anche nelle formule dei riti dell'ordinazione<br />

degli altri ordini, come nel nostro odierno Pontificale romano,<br />

per l'ordinazione dei diaconi.<br />

La <strong>liturgia</strong> matrimoniale<br />

Anche nella <strong>liturgia</strong> matrimoniale il concetto <strong>della</strong> lotta contro<br />

Satana ha lasciato le sue tracce. Uno dei motivi per cui si sentì la<br />

necessità che intervenisse la benedizione <strong>della</strong> Chiesa nel matrimonio<br />

dei cristiani fu appunto affinché la nuova famiglia che si fondava<br />

fosse libera dalle insidie del demonio, contro le cui insinuazioni<br />

nei rapporti matrimoniali S. Paolo aveva già messo in guardia<br />

i cristiani (1 Cor 7,2-5). Bisogna, dice S. Giovanni Crisostomo, « chiamare<br />

i sacerdoti, e consacrare l'unione tra gli sposi con preghiere<br />

e benedizioni affinché aumenti l'amore dello sposo e cresca la<br />

continenza <strong>della</strong> sposa; tutto tenda a introdurre la virtù nella casa,<br />

siano rimosse le insidie del diavolo e che gli sposi stessi uniti con<br />

l'aiuto di Dio facciano una vita felice » 138 .<br />

La protezione dei novelli coniugi dalle insidie diaboliche è<br />

perciò un tema che ricorre nelle liturgie matrimoniali già nei formulari<br />

più antichi che ci sono pervenuti. Così nella solenne benedizione<br />

<strong>della</strong> sposa che si trova nel Leoniano si prega Dio di fortificarla<br />

con tutte le necessarie virtù, e si aggiunge, in una frase<br />

conservata sostanzialmente anche nell'attuale rituale nella benedizione<br />

alla fine <strong>della</strong> messa per gli sposi : « Nessun potere usurpi in<br />

lei l'autore scomunicato <strong>della</strong> prevaricazione » 139 . In una formula<br />

parallela del Gelasiano si dice : « ...degnati di corroborare la loro<br />

unione di sposi come corroborasti quella dei progenitori; siano<br />

da essi allontanate tutte le insidie del nemico, affinché imitino nello<br />

stesso matrimonio la santità dei padri » 140 .<br />

Almeno sin dal secolo VI-VII s'introdusse anche un rito liturgico<br />

<strong>della</strong> benedizione <strong>della</strong> camera nuziale, conservato tuttora nel<br />

nostro rituale. Molte delle formule relative a questa benedizione<br />

presentano « un carattere apotropeutico, invocando il Signore perché<br />

allontani dalla stanza le insidie del demonio e i malefìzi degli<br />

uomini malvagi » 141 . A dare questo <strong>senso</strong> al rito è certo che nel<br />

medioevo contribuì anche la troppo facile credenza che gli spiriti<br />

maligni spesso influissero contro l'esito felice del matrimonio per<br />

vie e mezzi soprannaturali. Non era però falsa la persuasione che<br />

dietro simili esiti infelici si debba vedere in qualche modo l'influsso<br />

di Satana. A parte le ingenue opinioni medievali, la Chiesa fondamentalmente<br />

non si sbagliava quando, mediante orazioni e lustrala<br />

/„ Gen. Hom. 48,6.<br />

"9 Ed. Mohlberg, n. 1110 p. 140, 24 s.<br />

"o Ed. Mohlberg n. 1454 p. 210.<br />

141 RIGHETTI, IV 348, il quale, per la documentazione rimanda ad A. FRANÌ,<br />

Die kirchlichen Benediktionen irti Mittelalter II 176 ss.

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