TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

266 CAP. IX - SALVEZZA IN COMUNITÀ
fattore si chiami uomo, cose sensibili o semplicemente comunità,
società, o tradizione, la mente moderna è istintivamente portata a
considerarlo come intruso. Solo così, le pare, si può salvaguardare
la spontaneità, la sincerità, la vitalità, ecc. dell'atteggiamento religioso,
contro l'esteriorità ritualista, il meccanismo privo di vita,
il vuoto conformismo alle abitudini sociali.
Ora, chi dice liturgia dice non solo cose anche esterne e sensibili,
ma dice pure cerimonie ufficiali, presiedute da autorità ufficiali,
che agiscono in nome della società come tale, ove si invitano
i fedeli a conformare i loro stessi sentimenti religiosi a pensieri
e stati d'animo che sono supposti essere quelli di tutta la
comunità, espressi in forme tramandate da lontane generazioni.
Ce n'è più che abbastanza per far sorgere in una mente moderna
lo spettro del collettivismo, del giuridismo, dell'astrattismo, del
conformismo, introdotto nello stesso santuario della coscienza
religiosa.
Per risolvere questo problema è necessario dimostrare come
l'aspetto comunitario, ufficiale, tradizionale del mondo liturgico non
solo non nuoce alle legittime esigenze dell'individuo nel ~