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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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270 CAP. IX - SALVEZZA IN COMUNITÀ<br />

cidono formalmente e, per libera volontà di Dio, non formano che<br />

un solo unico bene soprannaturale dell'individuo e <strong>della</strong> società,<br />

meglio ancora: dell'individuo nella società.<br />

Per provare la realtà di questa legge <strong>della</strong> salvezza in comunità<br />

bisognerebbe spiegare il concetto <strong>teologico</strong> di popolo di<br />

Dio, di patto, di regno di Dio, nell'Antico e nel Nuovo Testamento.<br />

Equivarrebbe a spiegare tutta la teologia <strong>della</strong> storia nella<br />

rivelazione cristiana. Basterà richiamare brevemente i grandi<br />

tratti, rilevando qua e là alcuni punti che possono essere di maggiore<br />

interesse al nostro scopo.<br />

<strong>Il</strong> concetto di popolo di Dio e di regno di Dio è già presente<br />

nelle prime pagine del Genesi là ove si fa vedere come tutta la<br />

creazione materiale, nella intenzione di Dio, è stata ordinata alla<br />

creazione dell'uomo, e la creazione dell'uomo è stata ordinata allo<br />

stabilimento e sviluppo di quelle relazioni amichevoli tra Dio e<br />

gli uomini, fatte di grazia e di doni preternaturali, di cui godettero<br />

i protoparenti prima del peccato. Per l'autore sacro, quello<br />

stato iniziale era il punto di partenza ideale da cui l'umanità<br />

avrebbe dovuto svilupparsi. Per lui, quello stato ideale avrebbe<br />

dovuto trasmettersi da Adamo ai suoi discendenti, e se, di fatto, ciò,<br />

non è avvenuto, la causa ne è stata il peccato dei protoparenti<br />

stessi. Così, sin dalle prime pagine, la bibbia prospetta come stato<br />

di fatto voluto da Dio la solidarietà religiosa nel bene e nel male<br />

di tutti gli individui umani con Adamo. Per la bibbia, religiosamente<br />

parlando, tra Dio e ogni individuo umano c'è di mezzo<br />

Adamo, e questi appare così non solo fonte fìsica, ma anche capo<br />

religioso di tutti gli individui, liberamente costituiti da Dio assieme<br />

con lui in una solidarietà e società particolare sotto la regale<br />

potenza di Dio stesso. La dottrina cristiana del peccato originale,<br />

e quindi <strong>della</strong> redenzione, non ha <strong>senso</strong> se non si suppone come<br />

liberamente voluta da Dio per tutti gli uomini la legge <strong>della</strong> salvezza<br />

societaria in solidarietà con un determinato individuo quale<br />

capo di questa società.<br />

Tale legge appare ancora più decisamente applicata nella concezione<br />

<strong>della</strong> società religiosa d'Israele come fu concretamente<br />

voluta da Dio. È cosa rilevata da tutti gli studiosi dell'Antico Testamento<br />

la natura profondamente societaria, comunitaria, collettiva<br />

<strong>della</strong> religione d'Israele 3 . Nel concetto dell'Antico Testamento<br />

l'azione di Dio verso Israele è diretta essenzialmente da<br />

questa idea: Dio vuol non solo occuparsi d'individui, ma formarsi<br />

un popolo, una teocrazia. A questo popolo come tale è affidata<br />

la missione straordinaria di essere lo strumento <strong>della</strong> instaurazione<br />

del regno di Dio nel mondo, secondo i piani da Dio stesso<br />

voluti: salvaguardia <strong>della</strong> fede monoteista, preparazione dell'ambiente<br />

dove dovrà apparire il Messia; fornire le prime reclute del<br />

» Vedi, per es., W. EICHRODT, Theologie des alteri Testaments, voi. <strong>Il</strong>i 2 ed.<br />

Berlin 1948 p. 1 ss.

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