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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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180 CAP. V - NOZIONE DELLA LITURGIA E MESSA<br />

sua preparazione o derivazione, e per un certo voto del sacrificio<br />

<strong>della</strong> messa. Questa osservazione è di capitale importanza per la<br />

soluzione <strong>della</strong> questione dei rapporti tra <strong>liturgia</strong> e spiritualità e<br />

tra <strong>liturgia</strong> e pastorale.<br />

Ragione teològica ultima del fatto che all'eucaristia sono ordinati<br />

tutti i sacramenti e che dall'eucaristia tutti gli altri sacramenti<br />

derivano la loro virtù santificatrice è che fine dei sacramenti è la<br />

santificazione dell'uomo e il culto reso a Dio in Cristo. Ma il Golgota<br />

è la sorgente di ogni santificazione che Dio fa dell'uomo in Cristo<br />

e di ogni culto che l'uomo in Cristo rende a Dio. Così l'uomo non<br />

è santificato e non rende il culto a Dio che in quanto è messo in<br />

contatto col Golgota e partecipa al Golgota ". Ora la messa è il<br />

Golgota sacramentalmente prolungato a cui l'uomo partecipa plenariamente<br />

nella comunione. L'eucaristia sacramento e sacrificio realizza<br />

dunque al massimo la nozione comune e il fine di tutti i<br />

sacramenti.<br />

L'espressione liturgica<br />

Espressione connaturale di questo ordinamento di tutti i sacramenti<br />

alla messa è la logica prassi antica, di cui si vorrebbe<br />

che anche oggi ognuno percepisse e rispettasse il più possibile il<br />

significato e la forza, di amministrare e ricevere naturalmente tutti<br />

gli altri sacramenti in immediata connessione con la messa. Questo<br />

avveniva affinché il fedele potesse, come richiede la natura delle<br />

cose, portare immediatamente la santificazione ricevuta negli altri<br />

sacramenti e l'atto di culto in essi esercitato al loro connaturale<br />

compimento mediante la partecipazione al sacrificio eucaristico<br />

nella comunione cui gli altri sacramenti sono appunto ordinati.<br />

Si sa che battesimo, cresima e comunione nell'iniziazione cristiana<br />

antica formavano un rito unico e omogeneo, iniziato nel<br />

fonte battesimale e compiuto nella prima comunione al sacrificio<br />

eucaristico. Anche la riconciliazione dei penitenti avveniva connaturalmente<br />

in connessione con la messa il giovedì santo : « Affinché,<br />

ricevendo la veste nuziale meritino di partecipare alla mensa regale<br />

da cui erano stati allontanati » ". Anche oggi il rito <strong>della</strong> preparazione<br />

degli infermi alla gloria celeste s'inizia nell'unzione degli infermi<br />

e si compie nel ricevimento del viatico. Tutti gli ordinati nel sacramento<br />

dell'ordine, ai diversi suoi gradi, lo sono connaturalmente<br />

durante una messa e ad essa devono connaturalmente partecipare<br />

nella comunione al sacrificio. Già lo pseudo Dionigi, in un testo<br />

citato anche da S. Tommaso, aveva osservato : « Nessuno è reso<br />

perfetto in un grado gerarchico se non per la divinissirria eucaristia<br />

» 16 . Finalmente, la celebrazione connaturale del matrimonio<br />

11 Vedi S. TOMMASO, De ventate q 27 a 4 corpo alla fine. Humanitas Christi<br />

est instrumentalis causa justificationis.<br />

15 Pontificale romano, ultima orazione del rito <strong>della</strong> riconciliazione.<br />

16 De eccl. hier. <strong>Il</strong>i 1 PG 3,424, citato da S. Tommaso in Stimma II q 65 a 3<br />

sed contra.

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