TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

LITURGIA NEI TEOLOGI MANUALISTI 523
ritornarono sostanzialmente al concetto positivo scolastico di Perrone
e di Franzelin. Aggiornarono però i loro compendi in due punti : anzitutto,
nell'aspetto positivo, tutti si sforzarono con maggiore o minore
successo di seguire i progressi degli studi storici e critici, nonché
di aggiungere alla confutazione dei vecchi protestanti la confutazione
dei liberali tipo Harnack e dei modernisti; inoltre, svilupparono più
sostanzialmente di quanto avevano fatto Perrone e lo stesso Franzelin
l'aspetto speculativo o scolastico tradizionale con un contatto più
profondo e continuo con il testo stesso della Somma: felice frutto
del rinato tomismo filosofico sotto Leone XIII. È questa la genealogia
della quasi totalità degli odierni manuali di teologia.
I più noti, quelli che hanno servito a formare alla scienza teologica
generazioni intere di chierici, sono, per esempio: Tanquerey,
Pesch, van Noort, Bartmann, Hervé, Diekamp. La posizione di questi
manuali riguardo alla liturgia è sostanzialmente questa: generalmente:
sua ammissione tra i loci theologici, per lo più con semplice
menzione e senza nessuna o con brevissima .spiegazione della sua
natura e del suo uso in teologia. Allusione alle feste liturgiche della
Concezione e dell'Assunzione della Madonna nelle questioni relative
all'Immacolata Concezione e all'Assunzione. Nuova menzione della
liturgia quando si parla dei sacramentali, a proposito dei quali si dice
che tutta la liturgia può essere considerata come un sacramentale.
Poi, nel trattato dei sacramenti in specie, a proposito di ogni sacramento,
ogni tanto : allusioni a fatti liturgici nella questione della materia
e della forma di ognuno. Ricorso un po' più abbondante alla
liturgia nel trattato sull'eucaristia, con brevi allusioni nella questione
della presenza reale, del culto dovuto all'eucaristia, del valore propiziatorio
del sacrificio della messa per i vivi e per i defunti. Nuova
allusione alla liturgia nella questione del culto dei santi, delle reliquie
e delle immagini e nella questione dell'esistenza del purgatorio.
Ecco, press'a poco, tutto quello che si può rilevare ' 2 .
Se poi cerchiamo di renderci conto quale sia l'angolo visuale
determinante sotto il quale questi manualisti s'interessano alla liturgia,
la conclusione è sempre la stessa: ci s'interessano unicamente,
o quasi unicamente *\ come a un elemento che manifesta la tradizione
e questo in vista di provare, contro i protestanti, i razionalisti
82 Tanquerey, probabilmente per la sua tendenza eclettico-pratica, è, per
quanto mi consta, più generoso degli altri manualisti. Sviluppa un po' più la
questione della liturgia locus theologicus e conserva ancora, dalla tradizione
scolastica e positivo-scolastica del secolo XVIII e di Perrone, le questioni dei
riti del battesimo, della cresima, della messa, dell'estrema unzione, alla fine
dei rispettivi trattati.
33 Dico quasi, per scrupolosità d'esattezza e per riservare il caso possibile
che, in qualche punto,, si faccia allusione alla liturgia come teste dell'insegnamento
del magistero attuale e vivo. Se questo caso esiste, è certo rarissimo. I teologi,
per dimostrare che la « tesi » formulata è veramente la dottrina della Chiesa,
non ricorrono alla liturgia, ma alle definizioni del magistero straordinario (a
quello di Trento, nelle questioni discusse coi protestanti) o a qualche definizione
ex cathedra, come in mariologia.