TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

CAPITOLO XV
NOTA SUI TEMI CENTRALI DEI SINGOLI SALMI
E IL LORO RIFERIMENTO AL MISTERO DI CRISTO
NELLA LITURGIA
Il modo in cui si fa uso dei salmi nella liturgia merita uno studio
particolareggiato, sia per l'abbondanza di quest'uso, principalmente
nel breviario, sia per le difficoltà speciali che s'incontrano per capirne
il senso come è inteso dalla liturgia. Mi limito ad alcune
riflessioni, intese più direttamente a chiarire i principi generali che,
nella liturgia, comandano il prolungamento, o approfondimento, o
trasposizione che si voglia dire, del senso dei contemporanei nei
salmi fino alle realtà eristiche, ecclesiali — anche individuali del singolo
fedele che recita i salmi — ed escatologiche; ossia, fino al mistero
di Cristo inteso in tutta la sua estensione.
1. LA CONSIDERAZIONE DEI SALMI
DAL PUNTO DI VISTA DEI GRANDI TEMI TEOLOGICI BIBLICI
DELLA STORIA SACRA, MISTERO DI CRISTO
Lo studio dei salmi in liturgia ha per scopo, in ultima analisi, di
aiutarci a fare della loro recitazione la nostra preghiera anche personale
e sentita. Quando si pensa alla parte che occupano nel culto,
alla necessità di ripristinarne largamente l'uso nel popolo, di cantarli
nella liturgia, si capisce l'importanza della questione come farne la
nostra preghiera anche personale, in specie per coloro che sono obbligati
al breviario e ancor più per quelli che, inoltre, fanno la vita
di coro.
Sarebbe ingenuo credere che, per pregare realmente i salmi, basti
« capirli », nel senso di averne una comprensione concettuale di tipo
scientifico o erudito. È certo invece che la santità della vita, anche se
non accompagnata da simile conoscenza, è l'unica condizione necessaria
e sufficiente per arrivare a quel risultato.