TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

SEGNI E VITA RELIGIOSA 79
avvenga in un regime di segni cultuali. Egli comprenderà meglio
la parte insostituibile del culto in regime di segni affinché il giusto
equilibrio psicologico della vita religiosa sia sempre osservato, il
soggettivo e l'oggettivo siano dosati in giusta misura e si evitino
i pericoli di un soggettivismo incontrollato, di un introspezionismo
e psicologismo eccessivi, di un ideologismo senza efficacia vitale o
di un moralismo che non distingue abbastanza la religione cristiana
da una semplice filosofia etica.
Tutti pericoli che il protestantesimo non ha saputo evitare, in
gran parte appunto per la sua quasi generale opposizione — solo
l'anglicanismo, con il suo carattere eclettico, vi fa una certa eccezione
— alla forma incarnata del culto cattolico; mentre il cattolicesimo,
grazie al suo culto incarnato, ha saputo conservare un
equilibrio psicologico, che lo stesso Will, tutto sommato, non si
stanca di riconoscere molto superiore. « È un fatto, dice il Will,
che le chiese protestanti, e specialmente il puritanismo riformato,
hanno squilibrato la bilancia dei due emisferi dell'esterno e dell'interno
a favore di quest'ultimo. L'indigenza spiritualista che ne
è stato il risultato, non risponde né ai postulati della nostra natura
dualista, né ai bisogni della pietà popolare, né alle tendenze della
nostra generazione avida di realtà, di oggettività e di vita intensa
» ". -
Questa osservazione, giusta dal punto di vista psicologico, acquista
tutta la sua gravità quando si aggiunge che tale squilibrio
' non risponde anzitutto alla volontà positiva di Dio e di Cristo perché
oltre le leggi della psicologia, ignora anche le leggi della storia
sacra che Dio ha voluto osservare nei suoi rapporti con gli uomini:
legge dell'oggettività, dell'incarnazione, della salvezza comunitaria,
in cui Dio salva gli uomini per mezzo di altri uomini. Così si capisce
che la scoperta della liturgia, anche se occasionata piuttosto dal
punto di vista della sua utilità psicologica, come lo è oggi presso
i protestanti 92 , comporta, in germe, la scoperta di valori tali che,
logicamente sviluppati, dovrebbero arrivare fino alla scoperta del
cattolicesimo.
A queste osservazioni, che, per riconoscere la profonda sapienza
della volontà divina, la quale volle che l'incontro tra l'uomo e Dio
si compisse essenzialmente in un regime di segni anche sensibili,
si appellano alla natura dell'uomo considerato anzitutto come individuo,
si aggiunga un'altra considerazione, alla quale la nostra generazione
è particolarmente sensibile: quella della natura sociale
dell'uomo e di tutte le manifestazioni anche più profonde della
sua vita e vitalità e, quindi, anche della religione. Socialità della
religione e regime di segni sensibili sono cose indissolubilmente
connesse perché società implica unità, unificazione. Essa, infatti, im-
»' p. 9.
82 E noto come, da una trentina d'anni a questa parte, tra i protestanti
ci sia un notevole movimento liturgico. Vedi cap. XXIII art. 2, liturgia e ecumenismo.