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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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IL CORPO NEL CRISTIANESIMO 299<br />

chica e spirituale, è ordinato alla vita divina da raggiungersi nella<br />

Gerusalemme celeste. Ha qui particolare importanza il dogma dell'unità<br />

sostanziale dell'uomo come essere nello stesso tempo corporeo<br />

e spirituale, le cui singole parti, corpo e anima non sono per<br />

sé stanti ed operanti, ma solo parti di un tutto per sé stante ed<br />

operante 2 .<br />

Per il dogma, è questo composto sostanziale, nell'unità del suo<br />

essere, che è il soggetto concreto, costante e totale degli interventi<br />

di Dio e dello sviluppo <strong>della</strong> vita divina in noi : creazione, elevazione,<br />

caduta, redenzióne, lenta e penosa ascensione a Dio nello sforzo di<br />

purificazione e ascesi per cooperare alla sua grazia, e, finalmente,<br />

nello stato di ultima perfezione a cui tutti agogniamo in speranza.<br />

In questo svolgimento <strong>della</strong> nostra storia sacra e in ognuno dei<br />

suoi singoli momenti, il corpo, non meno dell'anima, a suo modo,<br />

è investito, agisce e coopera nell'unità sostanziale del tutto. Quindi<br />

sono investite e cooperano, ognuna a suo modo, non solo le facoltà<br />

psichiche, ma anche quelle fisiche; e, tra le facoltà psichiche, sono<br />

investite e cooperano non solo quelle spirituali: intelletto e volontà,<br />

ma anche quelle sensitive: sensi esterni ed interni, passioni ed<br />

affetti.<br />

È pure alla luce di questa dottrina che vanno considerati i<br />

dogmi dell'incarnazione, <strong>della</strong> risurrezione <strong>della</strong> carne e quelli che<br />

riguardano la prassi ascetica nel cattolicesimo. <strong>Il</strong> Verbo, volendo<br />

salvare l'uomo, non assunse, nell'unione ipostatica <strong>della</strong> sua persona<br />

divina, soltanto un'anima umana, né solo un corpo umano<br />

ma « si fece uomo », assunse, cioè, l'integra natura umana nell'unità<br />

sostanziale del corpo e dell'anima: uomo perfetto, non meno che<br />

perfetto Dio.<br />

Nell'uomo stesso, solo allora la beatitudine e la redenzione raggiungeranno<br />

il loro termine perfetto, quando la vita divina trasformerà,<br />

senza annientarlo, l'uomo integro, anima e corpo, nell'unità<br />

sostanziale del suo essere. È di qui che si comprende la<br />

somma ragionevolezza e convenienza <strong>della</strong> risurrezione dei corpi.<br />

Ed è in questa precisa prospettiva che gli antichi Padri <strong>della</strong> Chiesa<br />

difendevano questo dogma contro i pagani che avevano tanta difficoltà<br />

ad ammetterlo 3 .<br />

Di qui pure si capisce la lotta che la Chiesa ha sempre condotto<br />

contro ogni ascetismo che avesse per fondamento il concetto<br />

che la materia, e il corpo in specie, sia qualcosa in se stessa cattiva 4 .<br />

Da questo punto di vista, niente di più estraneo alla profonda mentalità<br />

cattolica, dello spiritualismo disincarnato <strong>della</strong> tradizione orfica,<br />

platonica, neoplatonica, con la sua fortissima tendenza a ridurre<br />

2 Si sa che si chiama appunto unione sostanziale un'unione nella quale le<br />

singole parti componenti non sono, nell'essere e nell'agire, un tutto per sé stante<br />

ed operante, ma solo parti di un tutto per sé stante ed operante.<br />

3 Così, per esempio, GIUSTINO, De resurrect. frag. 8; ATENAGORA,- De resurrectione<br />

mortuorum 15; IRENEO, Haer. V 6; TERTULLIANO, De resurrectione carnis 53.<br />

4 Vedi, per esempio, CLEMENTE ALESS., Strom. libro HI per intero.

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