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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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SOCIETÀ E INDIVIDUO 275<br />

ecclesiale, come Chiesa, come famiglia, come popolo di Dio. Ed<br />

è per questo che l'efficacia divina dell'azione liturgica sorpassa immensamente<br />

il potere proprio inerente personalmente agli individui<br />

che la compiono o la ricevono.<br />

Si vede ancora una volta come, sebbene nel campo puramente<br />

filosofico vi sia diversità di pareri sulla questione di sapere se una<br />

società è realmente qualcosa di più che la semplice somma degli<br />

individui o è, invece, come tale, una semplice finzione giuridica,<br />

nel campo <strong>della</strong> vita soprannaturale non vi può essere nessun<br />

dubbio che la Chiesa come tale non può in nessun modo essere<br />

ridotta a una semplice finzione giuridica ma è qualcosa di reale,<br />

che sorpassa la somma degli individui. La Chiesa è il corpo mistico<br />

di Cristo, la cui caratteristica è appunto di trascendere immensamente<br />

un'unione puramente morale fatta di affetti e <strong>della</strong> tendenza<br />

di parecchi individui a un fine comune estrinseco. Essa è invece<br />

una realtà d'ordine misterioso ma realissimo che, nel quadro <strong>della</strong><br />

struttura gerarchica e attraverso i suoi poteri speciali, unisce realmente<br />

i fedeli con Cristo e i singoli fedeli tra loro, pur lasciando<br />

intatta la distinzione dell'individualità personale. Realtà misteriose<br />

ma innegabili dal punto di vista cattolico, ammesse le quali, il<br />

concetto di opus operantis Ecclesiae, come è stato spiegato, diventa<br />

logico.<br />

In conclusione: poiché la Chiesa è l'unico istituto di salvezza,<br />

con un carattere societario e comunitario ben definito, dal punto<br />

di vista cattolico, è assurdo pensare che proprio l'aspetto sociale,<br />

comunitario, ufficiale del mondo liturgico sia d'impedimento a una<br />

verace pietà fortemente sentita e al libero sviluppo <strong>della</strong> personalità<br />

individuale soprannaturale come la vuole Dio in ogni uomo.<br />

Infatti, quello che Dio chiede all'individuo (e di ciò siamo sicuri<br />

per mezzo <strong>della</strong> rivelazione propostaci dalla Chiesa) non è semplicemente<br />

di mettersi in intensa vibrazione religiosa nel modo che<br />

a lui parrà migliore; ma di vibrare intensamente, con risposta sentita<br />

e personale, in sintonia con determinate ed oggettivissime realtà<br />

imposte da Dio come precisa norma di ogni soggetto e che sono:<br />

Cristo vissuto nel sacrificio, nei sacramenti e sacramentali, nella<br />

Chiesa, cioè la realtà liturgica con tutto il suo carattere oggettivo<br />

sociale ed ufficiale.<br />

Per conseguenza, la via per salvaguardare la spontaneità, la<br />

sincerità, la vitalità dell'atteggiamento religioso voluto da Dio ed<br />

evitare il nemico mortale del meccanicismo e del ritualismo senza<br />

vita, non può consistere nella fuga <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> o nel ridurla al<br />

minimo indispensabile per rimanere nell'ortodossia cattolica.<br />

L'unica via sta invece nel penetrare e vivere la realtà liturgica in<br />

modo così intenso che tutti i pensieri, sentimenti e tutta la vita<br />

dell'individuo siano imbevuti e trasformati da questa realtà.<br />

Si richiede, in altre parole, ohe il cristiano, in corrispondenza<br />

al suo essere soprannaturale "essenzialmente comunitario, si crei<br />

una psicologia religiosa comunitaria, per sintonizzarsi appunto con<br />

i

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