TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

CONCLUSIONE 423
te ne preghiamo, o Signore, questa casa e respingi lontano da essa
ogni insidia del nemico. I tuoi santi angeli vi abitino, ci custodiscano
in pace e la tua benedizione sia sempre sopra di noi ».
I salmi propri e specifici di compieta nella tradizione monastica,
dove quest'ora canonica è nata, sono il quarto, il novantesimo e il
centotrentatreesimo secondo la numerazione della volgata. L'ufficio
romano li ha conservati nella compieta della domenica, mentre
gli altri giorni li ha variati.
Ora il salmo novantesimo è stato scelto evidentemente per il suo
senso antidemoniaco. È il salmo che ebbe grande importanza nella
tentazione di nostro Signore nel deserto ed è caratteristico della
prima domenica di quaresima. Vi si parla infatti della protezione che
Dio accorda ai suoi fedeli, mandando anche i suoi angeli al loro
servizio, di modo che potranno uscire illesi da tutti i pericoli e da
tutte le insidie dei nemici : « Non temerai il terrore notturno, né la
saetta che vola di giorno, né la peste che serpeggia nel buio, né —
dice la traduzione dei settanta e della volgata, e quindi dicono tutte
le liturgie — il demonio che infierisce a mezzodì. Mille cadranno al
tuo fianco, e dieci mila alla tua destra; e a te non si avvicinerà... Non
ti capiterà alcun male, né piaga alcuna s'appresserà alla tua tenda,
poiché Egli comanderà ai suoi angeli di guardarti in tutte le tue vie.
Sulle palme ti porteranno, acciocché il tuo piede non inciampi su
pietra. Camminerai sopra il leone e l'aspide, calpesterai il leoncello
e il drago ». Anche se il testo ebraico non parla direttamente di
demoni, i settanta non li menzionarono arbitrariamente quando si
riflette alla connessione che esiste in tutta la tradizione biblica, e
orientale in genere, tra i pericoli e le malattie ivi menzionate e i
demoni. Non è esagerato dire che la scelta di questo salmo a compieta,
specialmente nella tradizione monastica che ve lo ripete ogni
giorno, vuole inculcare al fedele al principio della notte la sua condizione
essenziale di lottatore contro Satana nel ricordo della tentazione
di nostro Signore, dell'inespugnabile protezione dell'Altissimo e della
custodia dei suoi angeli.
* * *
In conclusione, si deve affermare che la realtà della continua e
cosmica lotta contro Satana è un aspetto essenziale della rivelazione
e quindi della liturgia e che, se si perde di vista, né la rivelazione
né la liturgia sono comprensibili. La storia sacra delle comunicazioni
di Dio al mondo e della risposta del mondo a queste comunicazioni,
include essenzialmente un dramma: due regni, due città
in lotta. Il dramma di ogni essere fa parte di questo dramma più
generale e cosmico. La liturgia, a chi la vive, non permette di dimenticarlo,
come la rivelazione vuole che non si dimentichi. In essa appare
come la Chiesa « sempre in assetto di battaglia, lotta incessantemente
contro i nemici, per cui l'Apostolo dice : non abbiamo da combattere
contro la carne e il sangue, ma contro i principi e le potestà,