TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

828 CAP. XXIV - I MEZZI DELLA PASTORALE LITURGICA
la liturgia, com'è già stato spiegato nella prima parte, non è altro
che una certa realizzazione attuale, nei diversi luoghi e nel succedersi
dei tempi che corrono dalla pentecoste alla parusia, del mistero
di Cristo storia sacra sempre in atto, sotto il velo dei segni sensibili
ed efficaci della santificazione e del culto della Chiesa. Ne segue
che la predicazione, in forza del suo contenuto, se è veramente quello
che deve essere, è sempre e necessariamente, in modo almeno indiretto
e generale, anche se non ha per oggetto diretto i riti o i testi
liturgici, una spiegazione che sarà intimamente connessa con la realtà
liturgica perché sarà una spiegazione della stessa realtà. Una
predicazione incentrata sulla storia sacra mistero di Cristo sempre
in atto sarà dunque necessariamente una predicazione di spirito
profondamente liturgico, nello stesso modo che sarà una predicazione
biblica, teologale, cristocentrica, concreta.
Una predicazione puramente moralizzante, senza riferimento
alla bibbia e alla liturgia, non è una predicazione cristiana, perché
non cresce sul terreno specificamente cristiano. Una predicazione
biblica senza riferimento alla liturgia è incompleta, perché non fa
vedere come le realtà bibliche si compiono in noi ogni giorno, o per
lo meno dimentica il punto principale in riferimento al quale si
compiono. Una liturgia senza riferimento alla bibbia è incomprensibile
poiché non appare più per quello che è, cioè come il compimento
in noi sotto il velo dei segni sacri delle realtà bibliche.
Ecco perché coloro che oggi si preoccupano di un rinnovamento
della predicazione in senso biblico, teologale, cristocentrico e concreto,
sono istintivamente portati a ritrovare l'unione vitale tra la
predicazione e la liturgia; mentre quelli che, partendo da una preoccupazione
più direttamente liturgica, vogliono che la predicazione
non rimanga estranea allo spirito liturgico, ma prepari a vivere
pienamente la vita liturgica, chiedono istintivamente che essa, più
che per il passato, sia direttamente biblica, teologale, cristocentrica
e concreta. Ancora una volta la storia sacra mistero di Cristo sempre
in atto appare il nucleo vitale, e quindi il legame unificatore, di
tutte queste realtà.
Tale essendo l'intimo legame tra predicazione e liturgia: per
contenuto generale, per connaturale unione di luogo e di tempo, per
reciproco indispensabile completamento quali vie per condurre
l'uomo all'incontro plenario con Dio, è naturale che la predicazione,
anche quando non ha per oggetto diretto la liturgia, abbia però cura
di prolungare le sue osservazioni, sia pure con un semplice cenno,
fino a mostrare come ogni punto del mistero di Cristo che spiega
ha il suo riscontro nella realizzazione liturgica.
Anzi, è molto naturale e necessario che la predicazione, diventando
catechesi direttamente liturgica, abbia spesso per oggetto
diretto la stessa liturgia; o meglio, lo stesso mistero di Cristo sempre
in atto come si concretizza nella liturgia: nei suoi riti, nelle sue
formule, nelle sue letture, nelle sue feste, nei suoi cicli, e che proprio
partendo dalla liturgia faccia ritrovare agli ascoltatori quello stesso