TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

CAPITOLO VI
LA LITURGIA E LA LEGGE DELL'OGGETTIVITÀ
Avere una visione netta della liturgia in rapporto alle grandi
prospettive della rivelazione cristiana è indispensabile per capire
esattamente la sua natura e la sua funzione nel cristianesimo. È
per questo che nella spiegazione del concetto di liturgia abbiamo
avuto costante cura di prospettarne la natura sullo sfondo della
storia sacra, concetto questo che sintetizza appunto il quadro
dell'economia di Dio verso le creature e della risposta delle creature
a Dio nella visione cristiana del cosmo. Ma questo inquadramento,
fin qui, non ha potuto essere che molto generico: i punti
di contatto della liturgia con le costanti e con le grandi leggi che
governano effettivamente i rapporti tra Dio e le creature, non
sono stati, per lo più, che accennati. E indispensabile ritornarci
sopra e analizzarne più comodamente almeno gli aspetti principali.
Questi punti principali che interessano maggiormente il concetto
di liturgia, possono assommarsi, credo, a sei: 1. La legge dell'oggettività.
2. Il movimento cristologico-trinitario della salvezza. 3. La
legge dell'unico liturgo e dell'unica liturgia, come maggiore spiegazione
del movimento cristologico-trinitario. 4. La legge comunitaria
della salvezza. 5. La legge dell'incarnazione. 6. La legge dell'unitotalità
cosmica della salvezza. Analizzando queste somme leggi che,
per la natura stessa delle cose e per libera volontà positiva di Dio,
comandano i rapporti tra Dio e le creature nell'ordine effettivamente
da Lui voluto, si vedrà meglio come la liturgia non sia che
un caso particolare di queste prospettive generali che esprimono
la quintessenza della visione cristiana del mondo; anzi si vedrà
come proprio nella liturgia queste leggi raggiungano per noi la
loro massima concretizzazione ed applicazione.