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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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DALL'UNITÀ ALLA TRINITÀ 199<br />

vantaggi e i suoi svantaggi, non solo sulla maniera in cui, tra noi, ci<br />

si sforzò di spiegare in teologia la dottrina trinitaria e si prospettò<br />

l'intero problema di Dio, ma anche sul modo in cui la Trinità fu<br />

presentata nei catechismi e nella predicazione.<br />

È comunque certo che questo modo di considerare la Trinità,<br />

per quanto, lo ripetiamo, perfettamente legittimo dal punto di vista<br />

<strong>teologico</strong> — anzi, da questo punto di vista avente, come si è detto,<br />

i suoi reali vantaggi, quello anzitutto di tagliar corto sin dal principio<br />

al pericolo ariano — e per quanto ortodosso dal punto di<br />

vista <strong>della</strong> fede, non è il punto di vista sotto il quale la Trinità<br />

viene anzitutto presentata nella Scrittura e, di conseguenza, come<br />

al solito, nella <strong>liturgia</strong>. Esso quindi non prepara a penetrare la profondità<br />

delle reali dimensioni trinitarie <strong>della</strong> visione cristiana del<br />

mondo e <strong>della</strong> vita nel Nuovo Testamento e nella <strong>liturgia</strong>.<br />

Vi è, infatti, un,, altro modo possibile di formulare lo stesso<br />

mistero <strong>della</strong> Trinità, partendo mentalmente non già dall'unità<br />

<strong>della</strong> natura, per aggiungere poi in un secondo momento psicologico<br />

la trinità delle persone realmente distinte, ma seguendo il<br />

processo inverso, partendo, cioè, dalla trinità delle persone realmente<br />

distinte, Padre, Figliolo, Spirito Santo, e aggiungendo poi,<br />

in un secondo momento psicologico, che queste tre persone realmente<br />

distinte sussistono in una natura numericamente una. In<br />

questo modo di considerare la Trinità, è la distinzione delle tre<br />

persone che è al primo piano <strong>della</strong> coscienza del credente, mentre<br />

l'unità <strong>della</strong> natura è relegata, per così dire, al secondo piano, quasi<br />

come correttivo dell'affermazione <strong>della</strong> distinzione reale delle tre<br />

persone. Qui il problema dinanzi al quale viene a trovarsi il ragionamento<br />

<strong>teologico</strong>, sarà: come, nella distinzione reale delle tre<br />

persone, salvare l'unità numerica <strong>della</strong> loro natura; come ridurre<br />

la trinità all'unità 5 . <strong>Il</strong> pericolo specifico da cui dovrà attentamente<br />

guardarsi colui che così considera la Trinità, sarà d'insistere talmente<br />

sulla distinzione reale delle tre persone Padre, Figliolo, Spirito<br />

Santo, da lasciare troppo nell'ombra <strong>della</strong> sua coscienza l'unità<br />

reale <strong>della</strong> loro natura e da dimenticare troppo la loro assoluta<br />

uguaglianza nell'eternità, potenza, scienza, sapienza, ecc. Chi così<br />

considera la Trinità, avrà fortissima e vivissima la coscienza trinitaria;<br />

il suo Dio non sarà semplicemente il Dio dei filosofi o dell'Antico<br />

Testamento, bensì il Dio specificamente cristiano: Padre,<br />

Figliolo e Spirito Santo, ma dovrà ben guardarsi dal pericolo ariano<br />

o subordinaziano 6 .<br />

5 I Padri greci e quelli latini prima di S. Agostino, che consideravano appunto<br />

la Trinità in questa seconda maniera, tentavano di arrivarci affermando<br />

fortemente, dopo la distinzione reale delle persone, la loro inseparabilità e unità<br />

di eternità, potenza, sapienza, azione, ecc., aiutandosi pure col ricorso alle metafore<br />

del sole, del suo raggio e del suo calore; <strong>della</strong> sorgente, del ruscello che ne<br />

scaturisce e del lago che se ne forma, ecc.<br />

e Effettivamente, negli apologeti del secolo II e nei dottori dei secoli II e III,<br />

come Tertulliano, Ippolito, Novaziano, Origene e la sua scuola, l'errore <strong>della</strong><br />

spiegazione subordinaziana <strong>della</strong> Trinità — che fu in essi errore nella spiegazio-

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