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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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SACERDOZIO CELESTE 251<br />

cultico <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> giudaica del tempio, di fronte a quello che<br />

poteva loro sembrare lo scarno spiritualismo <strong>della</strong> nuova religione.<br />

È per questo che l'autore è tutto proteso a dimostrare ed illustrare<br />

l'immensa trascendenza <strong>della</strong> vita cristiana come santificazione e<br />

come culto sulla <strong>liturgia</strong> dell'Antico Testamento 13 .<br />

Per fare ciò presuppone che tutta la vita dei fedeli dinanzi a<br />

Dio su questa terra, in fondo, non sia altro che una immensa processione<br />

liturgica di peregrinanti verso il santuario dove abita<br />

Dio, per essere ammessi in sua presenza, per vederlo, lodarlo, e<br />

offrire a Lui i sacrifici. Quindi i ben noti temi fondamentali dell'epistola:<br />

il popolo di Dio peregrinante; il popolo di Dio comunità<br />

cultuale; Cristo, il Figlio di Dio, sommo sacerdote redentore (a<br />

causa del peccato che è preceduto), santificatore, capo e guida di<br />

questa comunità peregrinante e cultuale; la vita morale dei cristiani<br />

come presupposto e conseguenza <strong>della</strong> loro partecipazione<br />

all'azione santificatrice e cultuale di Cristo loro capo; le santificazioni<br />

e il culto dell'Antico Testamento come figure e ombre <strong>della</strong><br />

santificazione e del culto di Cristo e in Cristo; l'attualità presenziale,<br />

ormai senza fine, <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> celeste di Cristo glorioso alla destra<br />

del Padre nell'assemblea liturgica e festante (panegyris) degli angeli<br />

e dei giusti che hanno già raggiunto il loro fine, assemblea<br />

a cui i cristiani già quaggiù, pur nella peregrinazione e nella fede,<br />

prendono realmente parte.<br />

Centro di tutta questa prospettiva è il concetto del sacerdozio<br />

di Cristo, Figlio di Dio. Sacerdozio vero, perfetto, eterno, di cui<br />

tutti gli altri non erano che ombre e figure. Sacerdozio cominciato<br />

nell'incarnazione, attuato in tutta la vita terrestre di Cristo, principalmente<br />

sul Golgota; giunto all'ultima ed eterna fase di perfezione<br />

e di efficacia nel cielo, alla destra del Padre, e riflettentesi continuamente<br />

ed efficacemente su questa terra per coloro che aderiscono<br />

a Lui nella fede e nella vita cristiana. È questo il punto<br />

capitale e riassuntivo (kephàlaion, Eb 8,1) di tutta questa dottrina<br />

superiore (cfr. Eb 5,11) che l'autore vuole spiegare ai suoi corrispondenti<br />

: « Che noi abbiamo un tale sommo sacerdote che si<br />

è assiso alla destra del trono <strong>della</strong> Maestà nei cieli, quale liturgo<br />

del santuario e del tabernacolo vero, che ha eretto il Signore, non<br />

un uomo » {Eb 8,1 s). Un sacerdote, il quale « perché rimane in<br />

eterno, ha un sacerdozio non transitorio, e perciò perfettamente<br />

può salvare coloro che per Lui s'accostano a Dio, essendo Egli<br />

sempre vivo per intercedere a loro favore. Tale sommo sacerdote<br />

occorreva, infatti, a noi: santo, innocente, incontaminato, segregato<br />

dai peccatori ed elevato al di sopra dei cieli; il quale non ha, ogni<br />

giorno, bisogno, come i sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima<br />

per i propri peccati, poi per quelli del popolo; questo, Egli fece<br />

una voltai per sempre, quando offrì se stesso » (Eb 7,24 ss).<br />

13 Tutta la terminologia base e caratteristica dell'epistola è specificatamente<br />

liturgica: accostarsi, avvicinarsi, presentarsi, offrire, santificare, espiare, purificare,<br />

altare, sacerdote ecc.

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