TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

MYSTERION NEI PADRI 565
mettere — dalle possibili, anzi reali, superfetazioni. Così obbligano
a fare, tra le altre cose: l'esame del concetto di liturgia incentrato
sul concetto di segno sensibile; la dottrina delle diverse dimensioni
significative di questo segno; quella che l'esistenza e la
portata precisa di questo segno nei singoli casi è determinata e quindi
conoscibile in modo certo, dalla libera volontà di Dio a noi nota
per rivelazione, o dalla volontà della Chiesa conoscibile secondo le
vie ordinarie della teologia; finalmente, la dottrina dei rapporti intimi
tra liturgia e bibbia nel quadro generale della storia sacra e
della profonda unità che pervade le sue singole fasi.
Comunque, almeno cominciando dal secolo III-IV, il concetto di
mysterion, mysterium, sacramentum appare nettamente la chiave
di tutta la visione teologica irenica espositiva della liturgia nella
letteratura patristica. Nella prima parte di questo lavoro abbiamo
accennato più d'una volta al contenuto di questo concetto presso
i Padri.
Orìgine e sviluppo del concetto di « mysterion »
Le recenti ricerche 41 permettono ormai di farsi un'idea assai
esatta sulle radici di questo concetto, sulla linea generale del suo
sviluppo cominciando dalla sua formazione sostanzialmente definitiva
come si manifesta, per esempio, in Origene, finalmente sul suo significato
fondamentale comune nella patristica seguente.
La radice ultima da cui proviene il concetto è il nocciolo della
dottrina scritturistica che a suo luogo abbiamo spiegata col nome
di storia sacra, in quanto include una certa visione del mondo incentrata
nei punti maggiori seguenti: tutto è visto come economia
di Dio nel mondo ossia partendo dai suoi interventi nel cosmo e dagli
effetti che provocano nella storia, che così è storia sacrale, storia di
comunicazione di vita divina e di salvezza. Le diverse fasi di questa
economia: tempo prima di Cristo; Cristo; storia e realtà cristiane
ecclesiali; realtà escatologiche e celesti. I rapporti unitari che legano
tra loro queste fasi come preparazione, figura, immagine, typos, simbolo
e compimento. L'avvento di Cristo nella carne e gli eventi della
sua vita mortale come centro a cui tutto prima converge come pre-
41 Dal momento che Casel lanciò la sua teoria (circa il 1923) a tutt'oggi,
questa questione è stata oggetto di numerose ricerche. Oltre alle opere citate
nella prima parte p. 43 s note 20 e 21 e p. 117 nota 13, vedi numerosa bibliografia
in H. SCHILLEBEECKX, De sacramentele heilseconomie. Antwerpen 1952 p. XXV-XXVII.
Lo stesso autore, pp. 35-106, dà un buon riassunto delle recenti conclusioni delle
ricerche fatte intorno al concetto mysterion, mysterium, sacramentum nella
bibbia e nei Padri. Dopo Schillebeeckx vedi: C. MOHRMANN, Sacramentum dans
les plus anciens textes chrétiens, in: Hardward theol. rev. 47 (1954) 141-52.
M. VERHEYEN, (ìuoxrjpiov, Sacramentum et la Synagogue, in : Rech. se. rei. 45 (1957)
321-37. P. VISENTIN, Mysterion-sacramentum dai Padri alla scolastica, in: Stud.
patavina 4 (1957) 394-414. J. GAILLARD, La théologie des mystères, in: Rev. thom.
57 (1957) 510-51. P. TH. CAMELOT, « Sacramentum ». Notes de théologie sacramentaire
augustinienne, ibid. 42949.