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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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480 CAP. XVI - FEDE E LITURGIA<br />

gue profondamente dalla forma di magistero che la Chiesa esercita<br />

fuori <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong>, per esempio, per mezzo dei catechismi, delle<br />

professioni di fede, delle lettere encicliche o pastorali. Questo modo<br />

speciale dipende tutto dalla natura propria <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong>.<br />

La <strong>liturgia</strong> azione vitale complessa di tutta la Chiesa corpo mistico<br />

Questa natura propria <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> ci siamo sforzati di spiegarla<br />

in tutti i -capitoli che precedono, massimamente nella prima<br />

parte, che tratta appunto <strong>della</strong> nozione di <strong>liturgia</strong>. Ricordiamo alcuni<br />

punti essenziali. La <strong>liturgia</strong> è il complesso dei segni sensibili<br />

efficaci <strong>della</strong> santificazione e del culto <strong>della</strong> Chiesa. In essa, attraverso<br />

lo strumento e il velo dei segni sensibili, Dio santifica la<br />

Chiesa per mezzo di Cristo suo capo, e la Chiesa unita a Cristo<br />

come i membri del corpo sono uniti al capo, e per mezzo di Lui,<br />

rende il suo culto a Dio associandosi al culto che Cristo rende<br />

al Padre e facendolo suo e facendo anche Cristo stesso oggetto<br />

del suo culto. La <strong>liturgia</strong> in tal modo appare il luogo privilegiato<br />

d'incontro tra l'uomo e Dio, nel quale, l'uomo, per mezzo di Cristo<br />

mediatore e capo, nel possesso dello Spirito Santo, riceve ogni bene<br />

dal Padre e ritorna al Padre, nella viva e concreta attuazione in sé<br />

del mistero di Cristo, <strong>della</strong> storia sacra, <strong>della</strong> Chiesa e dell'unità di<br />

tutto il cosmo. Spero che il benevolo lettore, che ha avuto la pazienza<br />

di seguirmi fin qui, non prenda queste nozioni come un semplice<br />

sfogo di lirismo.<br />

Se così è, ogni azione liturgica — e tutta la <strong>liturgia</strong> è essenzialmente<br />

e in primo luogo un'azione — è qualcosa di più e di meglio<br />

che il semplice esercizio didascalico del magistero <strong>della</strong> Chiesa.<br />

È, nell'ordine soprannaturale, un'azione vitale generale e complessa<br />

di tutta la Chiesa come tale, organicamente strutturata — gerarchia<br />

e fedeli, ognuno a suo posto e a suo modo — azione vitale<br />

nella quale tutta quella stessa Chiesa ,— supposte le debite condizioni<br />

— raggiunge quaggiù la sua massima attuazione di corpo di<br />

Cristo 8 , perché, in unione con il suo capo, Cristo, attraverso il velo<br />

dei segni sensibili ed efficaci, risponde adeguatamente all'azione<br />

santificatrice di Dio, in un incontro plenario dell'umano e del<br />

divino. Tutto questo è qualcosa di più che un semplice esercizio<br />

del potere dottrinale <strong>della</strong> gerarchia verso i fedeli. È qualcosa in<br />

cui convergono e sono messi in opera: e il potere dottrinale <strong>della</strong><br />

gerarchia, e il suo potere di governo, e il suo potere di santificazione,<br />

nonché la risposta dei fedeli a tutto questo, ed anzitutto,<br />

l'azione stessa di Cristo e di Dio. Più che l'esercizio del potere<br />

dottrinale <strong>della</strong> gerarchia, l'azione liturgica — sempre supposte<br />

. 8 Concetto fortemente ribadito dal concilio vaticano II: CL, art. 26; 2;<br />

5-8; 41; 48; 83.

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