TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

452 CAP. XIV - LITURGIA il SCRITTURA
Eppure, sotto un altro aspetto, è verissimo che i testi del Nuovo
Testamento letti oggi nella liturgia, si illuminano di una luce tutta
propria. Questa luce propria e in qualche modo nuova, proviene da tre
fonti. Anzitutto dallo svolgimento della storia ecclesiastica e della
vita della Chiesa come si è compiuta dagli Apostoli a oggi. Questo
svolgimento permette a noi di capire, sotto un certo aspetto, più
profondamente dei contemporanei degli Apostoli la portata precisa
di alcuni testi del Nuovo Testamento. Così, per esempio, l'accrescersi
della Chiesa ci fa capire meglio il senso della parabola del
granello di senapa (Mt 13,31 ss e parai.), del lievito (ibid. 33 s), della
zizzania (ibid. 24 ss) e in genere la dottrina sulla Chiesa stessa.
Cosicché, quésti passi, letti nella liturgia (cfr., per es., domenica V e VI
dopo l'Epifania), s'illuminano all'esperienza della storia della Chiesa.
Un'altra fonte di nuova luce più abbondante ancora è l'evoluzione
o esplicitazione successiva dei dogmi e delle dottrine come
è ammessa nella Chiesa cattolica. Alla luce infatti delle dottrine
chiarificate e dei dogmi evoluti e definiti, molti testi del Nuovo
Testamento prendono una profondità di significato che non videro
certo con tale precisione i contemporanei degli Apostoli.
Così, per esempio, la dottrina dell'Immacolata Concezione, pienamente
conosciuta nei tempi moderni, illumina di una profondissima
luce, che non videro certo con tanta chiarezza i contemporanei degli
Apostoli, il senso della salutazione dell'Angelo a Maria : « Ave, piena
di grazia; il Signore è con te: tu sei benedetta fra le donne » (Le 1,28).
Questo testo, per il semplice fatto di essere letto nella liturgia della
festa dell'Immacolata Concezione (vangelo della messa), riceve un
commento molto chiarificatore. Un commento pure tutto proprio
riceve il testo dell'Apocalisse sulla donna coronata di dodici stelle,
per il semplice fatto di essere riportato nella messa nuova della festa
dell'Assunzione di Maria che è la festa del suo trionfo in cielo, corpo
e anima. E, in genere, lo sviluppo dei dogmi mariani illumina di una
luce meravigliosa il Magnificat di Maria : « L'anima mia magnifica
il Signore, e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore; perché Egli
ha rivolto i suoi sguardi sulla bassezza della sua ancella, e così, da
questo momento, tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché
grandi cose ha fatto in me Colui che è potente... Egli ha operato
potentemente col suo braccio... ha rovesciato dal loro trono i potenti
ed ha esaltato gli umili » (Le 1,46 ss).
Similmente, lo sviluppo dei dogmi del primato e dell'infallibilità
del Romano Pontefice fa apparire in tutto il suo senso il significato
della parola di Gesù a Pietro: « Tu sei Pietro e su questa pietra
io edificherò la mia Chiesa e le porte dell'inferno non prevarranno
contro di essa... Qualunque cosa tu legherai sulla terra sarà legata
in cielo e qualunque cosa tu scioglierai sulla terra sarà sciolta in
cielo ». Queste parole, lette nella recente messa del comune dei sommi
pontefici, vengono commentate dal quadro stesso in cui vengono
inserite dalla liturgia.
Una terza e abbondantissima luce che ricevono parecchi testi del