TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

582 CAP. XIX - TEOLOGIA E LITURGIA NEI PADRI
liturgica e disciplinare della Chiesa non documentata dalla Scrittura,
lo dimostrano già i titoli pseudo apostolici della prima letteratura
d'interesse liturgico, come la Didaché o dottrina dei dodici
apostoli, la Tradizione apostolica d'Ippolito, la Didascalia degli Apostoli,
le Costituzioni apostoliche 94 .
Comunque, quando, nei documenti che abbiamo, si comincia a
giustificare esplicitamente l'autorità di una determinata prassi liturgica
non consegnata nella Scrittura, si ricorre alla sua apostolicità,
dimostrata, a sua volta, dall'universalità della sua osservanza nella
Chiesa. Se una prassi liturgica è comunemente osservata nelle chiese,
si conclude, senza ulteriori distinzioni, che è d'origine apostolica ed
ha quindi l'autorità stessa degli Apostoli. Così fa Tertulliano 95 ; così
fanno Origene 96 , Basilio 9 \ Agostino 98 , l'Indiculus BB .
In alcune circostanze si fecero delle osservazioni che, approfondite,
avrebbero potuto introdurre nel predetto concetto delle distinzioni e
delle sfumature importanti. Ma questo approfondimento, rispetto
alla liturgia, non si verificò. Così S. Ireneo, quando deve opporsi
alla pretesa gnostica di una tradizione apostolica segreta, si richiama
all'unanimità e universalità della fede nelle diverse chiese cristiane
come prova della vera tradizione apostolica che esse realmente
posseggono, mentre la mancanza dell'unanimità e dell'universalità
tra gli eretici dimostra, a suo parere, la non apostolicità delle
loro dottrine; ma quando si tratta di determinare un criterio sicuro
nelle questioni o nelle prassi implicanti la fede e per le quali l'unanimità
non esiste tra le stesse chiese cristiane, ricorre alla speciale
autorità della chiesa di Roma fondata sopra un suo titolo speciale
di apostolicità; mentre sa benissimo che, per prassi anche liturgiche
nelle quali la fede non è implicata, come in quella della data
della celebrazione della Pasqua, la mancanza di unanimità tra le
chiese cristiane non ha conseguenza e che, anzi, prassi diverse possono
talvolta appellarsi ugualmente a tradizioni apostoliche diverse
10 °.
94 Ammessa anche la realtà dell'evoluzione della disciplina e della prassi
ecclesiastiche e quindi supposto che non si voglia far risalire direttamente agli
Apostoli tutte le particolari prassi disciplinari e liturgiche in uso nella Chiesa,
questa mentalità è perfettamente giustificata, in quanto vuol asserire che tutta la
struttura della vita della Chiesa risale agli Apostoli, direttamente o indirettamen
te, immediatamente o mediatamente. Il Capelle 1. e. 10 s, fa giustamente notare
che nelle tre prime opere sopra citate il titolo pseudoapostolico non sembra implicare
altro, nella mente dei loro autori, che la persuasione dell'origine apostolica
della vita della Chiesa in genere e che il vezzo di quei titoli pare essere stato
solo un genere letterario. Invece, per le Costituzioni apostoliche, il Capelle stima
che si tratti di una vera e propria frode.
95 De corona 3 e 4.
98 In Num Hom. V 1 ed. Baehrens p. 26.
97 De Spiritu Sancto cap. 25-27.
98 Per es., De baptismo 2, 12, 7; 4, 31, 24.
99 Obsecrationum quoque sacerdotalium sacramenta respiciamus, quae ab
Apostolis tradita, in toto mundo atque in orniti Ecclesia catholica uniformiter
celebrantur. Dz. 246 (139). Vedi anche 247 (140).
'"o Vedi, per es., Haer. Ili 3, 1; III, 3, 2; III, 4, 1; I 26, 12; V 20, 2. I testi