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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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ESPERIENZE MISTICHE NELLA LITURGIA 731<br />

che non si notasse alcuna singolarità. <strong>Il</strong> Signore le rispose : « lascia con me<br />

quella tua affezione: l'amore, affinché presso di me faccia le tue veci, e tu<br />

bada a comandare il corpo ».<br />

E Gertrude:<br />

« 0 amatissimo Dio, sé una mia potenza può tare le mie veci, desidero<br />

piuttosto che il comando del mio corpo sia affidato alla mia ragione e che io,<br />

con più libertà, possa totalmente occuparmi di te ». Da quel momento attenne<br />

questo dono che anche unita internamente in grado altissimo a Dio, non fu mai<br />

impedita di eseguire con correttezza le cose da farsi esternamente » "'.<br />

A impedimenti simili durante l'azione liturgica, negli scritti di<br />

Gertrude, per quanto mi consta, non c'è allusione, né prima di quella<br />

Domenica, né dopo.<br />

Principali grazie mistiche ricevute da Gertrude<br />

nell'azione liturgica stessa o in connessione con essa<br />

Eppure in Gertrude simili grazie d'unione e contemplazione avute<br />

durante l'azione liturgica comunitaria furono frequenti e anche di<br />

altissimo grado sin dal principio <strong>della</strong> sua entrata nella vita mistica.<br />

Come sappiamo, in lei, secondo la tradizione più spiccatamente cistercense<br />

inaugurata da S. Bernardo, queste grazie si espressero<br />

spessissimo nella forma del mistico sposalizio derivato dal Cantico<br />

dei Cantici, e coi temi dello sguardo amoroso, delì'amplexus, dell'osculum<br />

e simili ne . Quanto spesso simili grazie avvenissero in<br />

Gertrude, con maggiore o minore intensità e proprio durante l'azione<br />

liturgica, lo dimostra la seguente sua dichiarazione generale:<br />

« Io so, diceva rivolgendosi al Signore, che la tua inscrutabile onnipotenza<br />

per la tua abbondante pietà, suole molto opportunamente temperare secondo<br />

il luogo, il tempo e le persone, lo sguardo, Vamplexus, ì'osculum e le altre<br />

dimostrazioni d'amore. Ed io ho spesso sperimentato — per la qual cosa ti ringrazio<br />

in unione del mutuo amore alla sempre veneranda Trinità — il dono<br />

gratuito del tuo soavissimo osculum; talmente che talvolta mentre sedevo e nel<br />

mio intimo badavo a te recitando le ore canoniche o le veglie per i defunti,<br />

115 IV 15 p. 349s. L'ultima frase in latino è: « Quod ex tunc dono accepit<br />

quod numquam sic iuit Deo unita interius, qain recto moderamine exterius<br />

facienda sequeretur ». Questa frase va certamente tradotta come ho fatto. Non<br />

si vuol dire che, da quel momento, Gertrude non ebbe più favori simili di<br />

unione interna con Dio ma doni inferiori che le lasciavano libero uso del corpo.<br />

Infatti, il fatto qui narrato è lo stesso di quello narrato a II 8 oppure a II 14.<br />

Ma, dopo i fatti a cui si allude a II 8 o a II 14', Gertrude ricevette certamente<br />

grazie altrettanto grandi. Vedi, per es., II 16 (vedi II 23 p. 108); II 21; II 22;<br />

IV 25; V 25. La confidente di Gertrude vuol dunque dire semplicemente che le<br />

grazie d'unione che essa ricevette dopo quella domenica Esto mihi, sebbene<br />

fossero non minori, tuttavia non le impedirono mai più di fare correttamente<br />

i movimenti esterni necessari, come invece glielo avevano impedito quella domenica.<br />

no Vedi, per es., cenni in J. DÉCHANET, La contemplation au XII' s., in:<br />

Dici, de spiritualité, II (1953) s. v. Contemplation, col. 1954.

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