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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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294 CAP. X - LITURGIA E INCARNAZIONE<br />

e vi è uno sviluppo dei dogmi, un mutare <strong>della</strong> disciplina, una storia<br />

<strong>della</strong> Chiesa e delle anime. È sempre la legge dell'incarnazione. Per<br />

essa è impossibile ridurre il cristianesimo semplicemente a una filosofìa,<br />

a un'etica o a un'esperienza religiosa.<br />

Non si potrà mai insistere abbastanza su quello che abbiamo<br />

già rilevato nel concetto di storia sacra, che, cioè, il cristianesimo,<br />

prima di essere un sistema di dottrine, un'etica o un'esperienza<br />

psicologica, è un avvenimento. Qui bisogna dunque precisare che<br />

questo avvenimento si chiama anzitutto: incarnazione del Figlio<br />

di Dio; il manifestarsi di Dio sulla terra e il suo comunicarsi agli<br />

uomini nell'uomo Cristo Gesù. Chi non ha capito questo non può<br />

capire nulla di S. Paolo né di S. Giovanni. Essere cristiano significa<br />

anzitutto accettare questo avvenimento, questo fatto dell'incarnazione,<br />

con tutte le conseguenze che implica per le relazioni tra<br />

l'uomo e Dio.<br />

Ora queste conseguenze le abbiamo viste: il divino per trasformarci<br />

entitativamente, nella sfera stessa dell'essere, innalzarci a sé<br />

e fare di noi, a somiglianza di Cristo, esseri teandrici, si comunica<br />

a noi attraverso e sotto il velo di cose ben oggettive, anche sensibili<br />

e visibili: il sacrificio, i sacramenti, i sacramentali, la gerarchia<br />

umana e visibile, la Scrittura: tutte cose che sono, ognuna a suo<br />

modo, come il prolungamento dell'incarnazione e, ognuna a suo<br />

modo, mettono ogni credente, individualmente, nel succedersi dei<br />

secoli, in contatto personale con quell'avvenimento unico <strong>della</strong> storia.<br />

È attraverso queste cose, nello stesso tempo divine e umane, spirituali<br />

e sensibili, che ogni individuo, che nel corso dei secoli si<br />

presenta per breve ora sul palco <strong>della</strong> storia, può e deve inserirsi in<br />

quell'avvenimento straordinario e sempre permanente, e così vincere<br />

lo spazio e il tempo.<br />

Dio nel comunicarsi agli uomini avrebbe potuto anche scegliere<br />

un'altra via. Scegliendo liberamente quella dell'incarnazione, non<br />

ha fatto altro, in sostanza, che tener conto <strong>della</strong> natura dell'uomo<br />

e trattare l'uomo, spirito incarnato, nello stile dell'uomo.<br />

2. L'INCARNAZIONE E LA LITURGIA<br />

Con tutto questo non ci siamo allontanati dalla <strong>liturgia</strong>. È per<br />

inquadrarla nel suo vero ambiente che si è parlato dell'incarnazione.<br />

La <strong>liturgia</strong> è un caso privilegiato di questa legge. <strong>Il</strong> mondo liturgico,<br />

più di qualsiasi altro aspetto <strong>della</strong> vita <strong>della</strong> Chiesa, è il mondo<br />

dell'incarnazione prolungato, reso presente e partecipato agli uomini<br />

nella santificazione che Dio fa <strong>della</strong> Chiesa e nel culto che<br />

la Chiesa rende a Dio. La <strong>liturgia</strong> è quella cosa in cui gli uomini,<br />

attraverso il velo di cose anche simboliche e sensibili: sacrificio,<br />

sacramenti, sacramentali, cerimonie e ufficio divino, nel culto ufficiale<br />

gerarchico <strong>della</strong> Chiesa, essere umano-divino, s'inseriscono

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