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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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QUADRO DI VITA ESTERNA 705<br />

<strong>Il</strong> resto delle occupazioni nel monastero di Helfta era costituito<br />

dal disimpegno ordinario degli uffici necessari per l'andamento di<br />

una comunità e dallo studio. Gli studi umanistici erano in onore, ma<br />

piuttosto come fase preparatoria e per l'istruzione delle bambine<br />

che ricevevano nel monastero la loro educazione. Lo studio specificamente<br />

monastico era la lectio divina: studio meditato <strong>della</strong> Scrittura,<br />

dei Padri e anche di autori più recenti, in rapporto ai grandi<br />

temi <strong>della</strong> vita spirituale e liturgica. La lectio divina così intesa preparava<br />

immediatamente a vivere la vita liturgica in profondità. <strong>Il</strong><br />

passaggio dalla lectio alla contemplazione era cosa considerata naturale<br />

e continua.<br />

La scala di questa ascensione, ben nota nella tradizione monastica,<br />

era : lectio, meditatio, contemplano, oppure più completa : lectio,<br />

meditatio, oratio (giaculatorie), contemplano 17 . Gli scritti gertrudiani<br />

vi fanno spesso allusione. Così alla fine di tutta l'opera, la confidente<br />

di Gertrude, dopo averne indicato lo scopo e la natura di<br />

primo avviamento « per la scala delle immaginazioni corporee »<br />

verso l'esperienza mistica, così conclude:<br />

« Intanto, i lettori più semplici di questo libro, i quali non sono capaci di<br />

nuotare da soli nell'onda <strong>della</strong> pietà divina, si mettano almeno in cammino<br />

usando questo mezzo, e avviati dal diletto dei benefici che sono stati fatti al<br />

prossimo, si diano alla lezione, alla meditazione, alla contemplazione e comincino<br />

così, finalmente, a gustare da se stessi quanto dolce è il Signore e quanto<br />

sia realmente fortunato colui che spera in lui e mette in lui tutto il suo pensiero<br />

» 18 .<br />

In questo quadro di vita del suo monastero Gertrude non sembra<br />

avere mai ricoperto uffici amministrativi di qualche importanza.<br />

Non vi si fa mai allusione nei suoi scritti. Forse aiutava S. Metilde<br />

nella direzione del canto 19 . Nell'osservanza di tutti gli esercizi<br />

regolari e dei lavori ordinari fu esattissima : « Osservava gli statuti<br />

dell'ordine con tanta dilettazione di mente, come la frequenza del<br />

coro, i digiuni, le opere comuni, che non le ometteva mai se non<br />

per motivo di grave malattia » 20 . Sin da bambina fu di mente sveglia,<br />

superiore alla media : « Amabile, abile e faconda, e talmente docile<br />

che chi l'ascoltava ne rimaneva meravigliato. In scuola brillava per<br />

tanta vivacità d'intelligenza e ingegno di mente da superare di molto<br />

tutte le coetanee e le altre compagne in ogni genere di sapere » 21 .<br />

Quando si svegliò in lei l'interesse per lo studio vi si dette con avidità<br />

e passione. Dopo, la sua conversione a una vita più perfetta, considererà<br />

sempre con rammarico di essersi lasciata prendere, negli anni<br />

<strong>della</strong> sua adolescenza, da un <strong>senso</strong> troppo umano nello studio. Anche<br />

dopo la sua entrata nella vita mistica, lo studio, o più esattamente<br />

" Vedi, per es., Dict. de spìritualité, II (1953) s. v. Contemplation,<br />

p. 1946; 1960.<br />

'8 V 36 p. 613.<br />

»9 Vedi V 1 p. 510.<br />

2» I 11 p. 32.<br />

2' I 1 p. 7.<br />

23 - <strong>Il</strong> <strong>senso</strong> <strong>teologico</strong>...

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