TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

800 CAP. XXIV - I MEZZI DELLA PASTORALE LITURGICA
« iniziazione ». Cioè, una introduzione a un fatto-azione concreto,
e dunque un'introduzione che interessi tutto l'uomo, corpo e anima;
non solo la sua funzione concettuale e discorsiva, ma anche la sua
volontà, la sua affettività in genere, la sua immaginazione e sensibilità.
Una introduzione, inoltre, che conduca all'esperienza della cosa,
facendola fare.
E questo perché il mistero liturgico non è solo un insieme di
concetti, ma un fatto concreto d'ordine esistenziale; un'azione complessa
sacra e comunitaria, in comunità gerarchicamente strutturata,
nella quale l'iniziando è attore reale e non solo spettatore.
Ed è un attore che, per fare ciò che gli spetta, deve impegnarvisi
realmente con il suo essere concreto totale, in vista di realizzare
in sé un atteggiamento vitale complessivo in risposta alla realtà con
cui viene messo in contatto.
Così, portare i fedeli alla liturgia e la liturgia ai fedeli include
necessariamente due aspetti: uno pratico e uno teorico.
Quello pratico consiste: in primo luogo a far prendere ai fedeli
parte attiva alle celebrazioni liturgiche propriamente dette, magari
scegliendo, tra le forme e i gradi diversi di partecipazione permessi
dalla legislazione per un determinato rito, quello che più si confà
alla formazione liturgica e alla situazione concreta del gruppo specifico
dei fedeli ogni volta considerato 2 .
In secondo luogo e subordinatamente, alla predetta iniziazione
pratica possono giovare anche quelle celebrazioni dei « pii esercizi »
che, in quanto al numero, al tempo e alla struttura, siano in tutto
conformi e subordinati allo spirito della liturgia, come lo esige il
concilio 3 . E ciò richiede, naturalmente, che non pochi di questi, oggi
di uso comune, vengano ripensati in un senso più conforme alla
liturgia 4 . A questa condizione potranno utilmente preparare i fedeli
a meglio comprenderla e viverla.
Tra questi pii esercizi possono avere qui un posto particolare
— a causa della possibilità che hanno di darsi una struttura
identica a una più autentica celebrazione della prima parte della
2 La Instructio della SCR del 3 Sett. 1958 elenca dettagliatamente i diversi
tipi di celebrazione della Messa in rapporto ai diversi gradi di partecipazione
attiva dei fedeli: AAS 50 (1958) 630-63, specialmente i numeri 22-37. Nello
stesso campo dei diversi tipi di celebrazione dei riti e dei diversi gradi possibili
di partecipazione attiva dei fedeli, il concilio, entro i limiti generali da
esso stabiliti, concede ora ampia facoltà di scelta all'autorità ecclesiastica territoriale
(Vedi CL art. 22 § 2; 36; 39; 40; 54; 63; 77). La Instructio del 26 Sett. 1964
precisa ancora questi poteri (Vedi i numeri 20-31; 40-43; 57; 61; 64-67; 69.
3 CL art. 13.
4 Per il rosario vedi : A. M. ROCUET, Lectures pour le rosaire, in : La Maison-
Dieu n. 30 (1952) 149 s; F. WEISGERBER, Votre rosaire, comment le prìer? Clervaux
(Lux.) 1954; La couronne des mystères. Pour médìter le rosaire avec l'année
liturgique, opuscolo edito dal CPL, Paris 1958. J. GODEFROID, Cathéchèse biblique
du rosaire (Coli. Par. et Lit. 34) 1958. Per le devozioni riguardanti la passione
di N. S. : J. GODEFROID, Cathéchèse biblique des dévotions de la passion, ibid.
1960. Per le devozioni eucaristiche: Pastorale liturgique des dévotions eucharistiques,
in collaborazione... Ibid. 1959.