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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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280 CAP. IX - SALVEZZA IN COMUNITÀ<br />

siano compiuti, affinché, essendo ogni cosa fatta santamente secondo<br />

il suo beneplacito, sia gradita alla sua volontà. Coloro pertanto<br />

che fanno le loro opere ai tempi fissati, sono bene accetti e beati.<br />

Al sommo sacerdote, infatti, sono stati conferiti particolari uffici<br />

liturgici; ai sacerdoti è stato assegnato un posto speciale e ai leviti<br />

incombono particolari servizi; il laico è tenuto ai precetti del laico.<br />

Ciascuno di voi, o fratelli, nel proprio posto, cerchi di piacere a<br />

Dio con retta coscienza e gravità, senza trasgredire la regola stabilita<br />

per il suo ufficio (leitourgias) » 29 . Si osserverà quanto questo<br />

testo è lontano dalla mentalità protestante livellatrice dei poteri<br />

nell'azione liturgica.<br />

La più completa espressione <strong>della</strong> messa come azione unitaria<br />

<strong>della</strong> comunità ecclesiale pur nell'ordine e nella differenziazione<br />

voluti da Cristo, fu l'uso antico, ma che non potè mantenersi a<br />

lungo per le necessità pratiche in seguito all'accrescimento numerico<br />

dei fedeli, che in ogni comunità locale, anche i giorni domenicali,<br />

non vi fosse che una sola messa, presieduta dal vescovo<br />

circondato dal suo presbiterio, dai suoi diaconi ed altri chierici e<br />

da tutto il popolo.<br />

L'assertore più eloquente e magnifico di questo ideale antico<br />

è S. Ignazio antiocheno : « Seguite tutti il vescovo, come Gesù<br />

Cristo segue il Padre, e il collegio dei presbiteri come gli apostoli;<br />

quanto ai diaconi, venerateli come la legge di Dio. Nessuno faccia<br />

senza il vescovo alcuna di quelle cose che riguardano la Chiesa.<br />

Sia ritenuta valida quell'eucaristia che si celebra dal vescovo o da<br />

chi ne ha ricevuto l'autorità da lui. Dove appare il vescovo, ivi sia<br />

la comunità, come dov'è Gesù Cristo ivi è la Chiesa Cattolica. Senza<br />

il vescovo non è lecito né battezzare né celebrare l'agape; ma quello<br />

che egli ha approvato è gradito a Dio. In questa maniera tutto ciò<br />

che si farà sarà sicuro e valido » 27 . « Come il Signore nulla mai<br />

fece, né di per se stesso né per mezzo dei suoi Apostoli, senza<br />

il Padre, perché è una cosa sola con Lui, così anche voi non dovete<br />

far nulla senza il vescovo e i presbiteri. Invano tenterete di far<br />

apparire lodevole qualche cosa che voi avete fatto in particolare<br />

di vostra testa; solo ciò che fate in comune è lodevole. Un'unica<br />

preghiera, un'unica supplica, un unico spirito, un'unica speranza,<br />

animata dalla carità, nella gioia senza macchia: questo è Gesù<br />

Cristo, del quale nulla vi è di più eccellente. Accorrete tutti insieme<br />

ad un unico tempio, ad un unico altare, cioè a Gesù Cristo, che è<br />

uno e che, procedendo dal Padre uno, è rimasto unito a Lui, e a<br />

Lui è ritornato » 28 . « Procurate dunque di partecipare ad una sola<br />

eucaristia; poiché una è la carne del Signore nostro Gesù Cristo,<br />

uno è il calice che ci unisce nel sangue di Lui, uno è l'altare, come<br />

uno è il vescovo, circondato dal collegio dei presbiteri e dai dia-<br />

2" 1 Cor 40; 41,1.<br />

27 Smyrn. 8.<br />

2s Magnes. 7.

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