TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

OGGETTIVITÀ E SOGGETTIVITÀ 289
insita nella natura stessa delle cose, in quanto la liturgia, per
essere cosa vitale come vuol esserlo, richiede che la realtà, Yéthos
comunitario, venga interiorizzato, e come personalizzato, in ogni
credente che vi partecipa, e anzitutto nel sacerdote stesso. Senonché,
questa necessaria interiorizzazione e personalizzazione,
appena sviluppata, tende anche facilmente a dispiegarsi in modo
quasi autonomo dal quadro comunitario che le ha dato origine
e ad imporre essa stessa alla liturgia la sua espressione rituale. Si
crea così il pericolo d'invertire i rapporti e invece di una sintonizzazione
dell'interiorità soggettiva dell'individuo all'oggettività comunitaria,
richiesta dalla liturgia, di creare uno stato di cose in
cui l'interiorità soggettiva dell'individuo prende a suo servizio
l'espressione rituale liturgica, senza badare abbastanza alla natura
comunitaria dì questa.
Il giusto equilibrio in questo campo è delicato. Comunque, è
storicamente certo che il tardo medioevo e l'età barocca, nel campo
liturgico, specialmente nella messa, ci hanno lasciato un'eredità
di usanze e di modi di sentire, nella quale noi, giustamente, sentiamo
urgente bisogno di rivalorizzare meglio l'aspetto comunitario.
Vogliamo che la partecipazione personale alla liturgia sia concepita
più nettamente come sintonia della personalità alla realtà liturgica
comunitaria.
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