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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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80 CAP. II - LITURGIA E SEGNI SENSIBILI<br />

plica rapporti da individuo a individuo nella comunicazione di conoscenze,<br />

di voleri e di affetti convogliati al raggiungimento di fini<br />

comuni nell'uso di mezzi comuni e nell'aiuto reciproco. Se poi la<br />

società di cui si tratta non comprende effettivamente tutti gli uomini,<br />

questa implica non solo unità e unificazione, ma anche distinzione.<br />

La società unisce e distingue. Ora tutto questo, tra individui, che<br />

sono spiriti sostanzialmente uniti a corpi, non si stabilisce che attraverso<br />

l'esteriore e il sensibile, quale espressione delle conoscenze,<br />

dei voleri e degli affetti, che per loro natura non cadono sotto i<br />

sensi, e quindi attraverso i segni sensibili nei quali tali conoscenze,<br />

voleri ed affetti s'incarnano. I segni sensibili, in una società, sono<br />

appunto espressione e causa di unione con tutti i suoi membri e<br />

di distinzione da tutti gli altri.<br />

Perciò non si dà società e vita sociale senza larghissimo uso<br />

di segni sensibili: convegni, ricorrenze, divise e distintivi gerarchici,<br />

emblemi, canti, cerimonie, riti esterni e fatti in comune con<br />

parti distinte e ordinate dei diversi gruppi nei quali la società è<br />

strutturata, in specie per chi in essa detiene in qualche modo<br />

l'autorità. È noto il fenomeno dei « riti comunisti ». La parte del<br />

segno sensibile nella vita sociale è dunque capitale. <strong>Il</strong> fatto positivo<br />

che Dio ha liberamente voluto che l'incontro tra Lui e<br />

l'uomo in Cristo si facesse in regime di segni sensibili appare<br />

così conseguenza naturale dell'altro fatto positivo ch'Egli ,ha voluto<br />

che lo stesso incontro avesse un carattere sociale e comunitario,<br />

e l'uno e l'altro rispondano alle più profonde tendenze dell'umana<br />

natura.<br />

Così il regime religioso strutturato di segni sensibili, che è<br />

appunto il regime liturgico, appare una protezione e una garanzia<br />

non solo di oggettività e d'incarnazionismb contro il pericolo del<br />

soggettivismo di astrattismo concettualistico, e di uno spiritualismo<br />

disincarnato, ma anche di sano <strong>senso</strong> comunitario contro i<br />

pericoli di un individualismo esagerato. Chi ha scoperto il valore<br />

dell'aspetto comunitario <strong>della</strong> religione e <strong>della</strong> pietà cristiana non<br />

solo non paventa il simbolismo liturgico, ma vi si trova a suo agio,<br />

perché intuisce connaturalmente il valore sociale del segno liturgico<br />

9i .<br />

Naturalmente, molte e gravi conseguenze, sulle quali dovremo<br />

tornare ancora, derivano dal fatto che il segno liturgico ha, tra le<br />

altre cose, valore essenzialmente comunitario e sociale. Basti accennare<br />

a questa: il segno liturgico è dunque fatto per la comunità<br />

e deve essere da essa capito sotto pena di perdere la sua efficacia<br />

psicologica. Questa semplice osservazione istrada sopra una ben determinata<br />

via tutta la questione <strong>della</strong> pastorale liturgica.<br />

Riprova: rito e religione. — Quanto detto sopra dei rapporti<br />

tra rito e natura umana, è oggi largamente confermato dagli ultimi<br />

93 L'aspetto sociale del segno liturgico è rilevato particolarmente da C. M.

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