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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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DESCRIZIONE DELLA LITURGIA 37<br />

essendo, per sua natura, anche esterna e vocale, cade anch'essa<br />

sotto il concetto di segno, poiché la parola è, per definizione, un<br />

segno convenzionale dei concetti ed affetti interni. Così tutti gli<br />

elementi che compongono la <strong>liturgia</strong> convengono nel concetto di<br />

segni sensibili di cose sacre, spirituali, invisibili. Questi segni sensibili<br />

nella <strong>liturgia</strong> hanno di proprio che furono istituiti sia da<br />

Cristo stesso — sostanza del sacrificio e dei sette sacramenti — sia<br />

dalla Chiesa — sacramentali, cerimonie, preghiere —.<br />

In secondo luogo, sacrificio, sacramenti, sacramentali, cerimonie<br />

e preghiera canonica, appunto perché segni sensibili di cose<br />

spirituali, invisibili, appartenenti non già a un uomo o a una società<br />

qualsiasi, ma a Cristo e alla Chiesa perché istituiti da Cristo e dalla<br />

Chiesa e adoperati come strumenti da Cristo e dalla Chiesa, hanno<br />

un'efficacia tutta propria rispetto al fine per cui furono istituiti.<br />

Questi segni sono sempre efficaci rispetto a quello che significano 8 .<br />

Ma questa efficacia è di natura diversa a seconda che si tratta<br />

del sacrificio e dei sette sacramenti istituiti' da Cristo e strumenti<br />

di Cristo (che operano anzitutto„g£_ojoere operato, come si dice),<br />

o degli altri segni d'istituzione ecclesiastica, e strumenti <strong>della</strong> Chiesa<br />

(che operano anzitutto ex opere operanti? Ecclesiae).<br />

In terzo luogo, quelle realtà sacre spirituali invisibili a cui si<br />

riferiscono i segni <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong>, nonché i fini stessi per cui questi<br />

segni furono istituiti e sono continuamente messi in opera, riguardano<br />

da una parte la santificazione che Dio fa <strong>della</strong> Chiesa e dall'altra<br />

il culto che la Chiesa come tale rende a Dio. Attraversola<br />

mesjsaJn, .opera di questi segni Dio santifica la Chiesa e la Chiesa<br />

rende il suo culto pubblico a Dio. Questi due aspetti sono inseparabili.<br />

Dio però santifica sempre per mezzo di Cristo, Dio e uomo.<br />

Almeno dopo il peccato di Adamo, non c'è grazia e santificazione<br />

che non sia grazia e santificazione di Cristo e in Cristo, cioè meritata<br />

da Cristo, operante l'unione reale con Cristo, e, a partire dall'Incarnazione,<br />

operata, causata dall'umanità stessa di Cristo quale<br />

strumento congiunto <strong>della</strong> sua divinità. Nello stesso modo ogni<br />

culto reso dalla Chiesa a Dio è sempre in Cristo, cioè in unione<br />

con Cristo e attraverso Cristo capo <strong>della</strong> Chiesa. Anzi, più propriamente,<br />

il culto <strong>della</strong> Chiesa non è altro che la partecipazione <strong>della</strong><br />

Chiesa al culto che Cristo capo rende a Dio, è quindi il culto di<br />

Cristo capo a Dio e il suo sacerdozio continuato nella Chiesa, per<br />

la Chiesa e con la Chiesa suo corpo 9 . Dunque, nella <strong>liturgia</strong>, la santificazione<br />

che Dio fa <strong>della</strong> Chiesa e il culto che la Chiesa rende<br />

a Dio sono « in Christo ».<br />

Se sono « in Christo » sono « in Spiritu » perché, secondo la<br />

dottrina generale del Nuovo Testamento, l'azione di Cristo e l'azione<br />

dello Spirito sono inseparabili e non si è uniti a Cristo che nella<br />

8 Per il <strong>senso</strong> preciso di questa espressione per quanto riguarda la santificazione<br />

e il culto vedi sotto p. 107 ss.<br />

9 Vedi CL, art. 7; MD n. 2; 3; 20; 22.

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