TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

264 CAP. VIlI - IL KYRIOS
eucaristico è « la fonte di tutte le grazie » 43 e, dunque, di ogni
morte al peccato e di ogni vita divina in noi: la celebrazione efficace
della pasqua per eccellenza. Ogni messa è festa, anzi pasqua.
Come non c'è pasqua senza messa così non c'è festa senza messa.
Perciò ogni celebrazione del mistero eucaristico è anàmnesis,
cioè rito-memoriale-efficace per chi vi prende parte con la debita
disposizione, non solo della morte, ma anche della risurrezione del
Signore (e questo è appunto il senso della anàmnesis in ogni messa).
« Quando insieme ci nutriamo (del corpo e del sangue di Cristo)
celebriamo veramente la sua pasqua » dice Sant'Atanasio 44 . « Il
mistero di pasqua, dice S. Giovanni Crisostomo, non ha niente di
più di quello che adesso si celebra (nella messa). Esso è uno e lo
stesso. La stessa è la grazia dello Spirito. È sempre pasqua » 45 .
La festa ebdomadaria di pasqua (la domenica) e quella annuale,
non è che la celebrazione con particolare solennità ed efficacia
psicologica della stessa pasqua che si vive intera in ogni
messa. Pasqua è la festa cristiana 46 . Le altre non fanno che rilevarne
in modo speciale qualche aspetto.
Si vede così tutta la realtà che implica il Per Christum Dominimi
nostrum della liturgia. Realtà del Kyrios morto e risorto,
unico sacerdote, unico mediatóre, unico liturgo che compie continuamente
l'unica liturgia, quella pasquale, esistente al mondo
per strappare questo mondo alla morte e comunicargli la vita
divina di cui Egli è pieno: Per ipsum cum ipso et in ipso.
Stando così le cose niente di straordinario che la realtà di
mistero pasquale in Cristo stesso e in noi sia fortemente accentuata
nella Costituzione sulla liturgia del concilio vaticano II 47 . Urge
riacquistare con l'antica Chiesa il senso sintetico, sacrale, misterico,
pasquale, degli eventi della salvezza e della loro « celebrazione
» in noi, sapendoli tutti vedere e vivere nel loro centro concreto
ed universale: Cristo morto e risuscitato.
43 CATECHISMO DEL CONCILIO DI TRENTO, ed. romana 1922 p. 170 n. 228 : « Quoniam
immensae eius (cioè dell'eucaristia) utilitates et fructus nulla oratione explicari
possunt, unus aut alter locus a pastoribus tractandus erit, ut ostendant quanta
in sacrosanctis illis mysteriis honorum omnium copia et affluentia inclusa sint.
Hoc vero aliqua ex parte ita assequentur, si omnium sacramentorum vi atque
natura patefacta, Eucharistiam fonti, cetera rivulis comparaverint; vere enim ac
necessario fons omnium gratiarum dicenda est, cum fontem ipsum caelestium
charismatum et donorum auctorem, Christum Dominum, admirabili modo in
se contineat a quo tamquam a fonte ad alia sacramenta, quidquid boni et perfectionis
habent derivatur ». Vedi anche LEONE XIII, Encicl. Mirae caritatis,
ASS 34 (1901-1902) 642: « Indedemque (cioè dall'eucaristia) haurit habetque Ecclesia
omnem virtutem suam et gloriam, omnia divinorum charismatum ornamenta,
bona omnia ». Vedi pur Mediator Dei, AAS 39 (1947) 548. Giustamente,
nella segreta della festa di S. Ignazio di Loyola, il messale romano dice: « Sacrosanta
mysteria in quibus omnis sanctitatis fontem constituisti ».
44 Ep. pasch. 4,5.
15 In I Tm Hom. 5,3.
46 Vedi in C. VAGAGGINI l'articolo citato sopra, alla nota 4.
47 Vedi P. MASSI, 77 Kerygma pasquale nella costituzione del Vaticano II sulla
liturgia, Ascoli Piceno 1964.