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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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688 CAP. XXI - LITURGIA E SPIRITUALITÀ<br />

principale restando fissa sull'azione divina interna. Con grande eccezione<br />

soltanto, altri hanno dichiarato che l'impaccio poteva essere<br />

fortissimo; altri, infine, tutto all'opposto, che non avevano mai sentito<br />

questa difficoltà » 81 .<br />

Perché esperienza mistica e partecipazione attiva<br />

all'azione liturgica vanno ottimamente insieme<br />

Consta dunque il fatto che la partecipazione attiva esteriormente<br />

normale, all'azione liturgica può andare benissimo d'accordo<br />

con l'esperienza mistica a tutti i suoi gradi. Quale ne è il motivo?<br />

La chiave <strong>della</strong> risposta a questo problema è la distinzione tra<br />

l'essenza dell'atto mistico e i fenomeni accidentali che, in certe<br />

circostanze e in certe persone, possono talvolta accompagnarlo.<br />

La cosiddetta « sospensione » delle potenze, e specialmente dei<br />

sensi esterni ed interni, nella misura in cui ha per effetto d'inibire<br />

il loro normale impiego esterno richiesto dalla partecipazione attiva<br />

alla <strong>liturgia</strong>, non è, quando si produce, l'essenza dell'atto mistico,<br />

in nessuno dei gradi di questo, ma un epifenomeno accidentale che<br />

talvolta lo accompagna in certi soggetti a causa del loro particolare<br />

stato.<br />

<strong>Il</strong> fatto di andarvi soggetto dipende, in massima parte, dall'educazione<br />

<strong>della</strong> sensibilità religiosa ancora più che dall'innato temperamento<br />

di ognuno 82 . Avviene normalmente che, quando questa<br />

sensibilità è stata plasmata in <strong>senso</strong> liturgico e comunitario, la partecipazione<br />

attiva e normale all'azione liturgica non è turbata dall'invasione<br />

mistica, o lo è molto poco.<br />

È noto che i fenomeni esteriori paralizzanti dell'estasi sono semplici<br />

epifenomeni accidentali e non necessari alla grazia mistica che<br />

il soggetto riceve in queste occasioni; che diminuiscono e poi anche<br />

spariscono completamente man mano che il fisico di questi vi si<br />

abitua.<br />

È noto pure che nei più alti gradi dell'unione mistica, e in specie<br />

nel matrimonio spirituale, l'unione anche abituale con Dio non<br />

impedisce affatto di dedicarsi nello stesso tempo ad affari esterni,<br />

anche profani e molto assorbenti. Sono note su questo punto le<br />

affermazioni di S. Teresa 83 . Le descrizioni che fa Maria dell'Incarnazione<br />

di questo stesso suo stato sono ancora più rilevanti per la<br />

si Ibid. n. 19 e 20.<br />

82 Così si spiegano i casi di alcuni santi come di S. Giuseppe da Copertine<br />

di S. Filippo Neri, di S. Ignazio di Loyola. Vedi Poulain ibid., n. 16. Gli storici<br />

<strong>della</strong> spiritualità non hanno mancato di notare invece la mancanza quasi totale<br />

dei fenomeni inibitori dell'uso esteriore normale dei sensi nelle mistiche di<br />

Helfta, Metilde, Gertrude, la cui sensibilità religiosa è notevolmente plasmata<br />

nello stile <strong>della</strong> partecipazione attiva all'azione liturgica. Vedi per fi., Diction.<br />

de spiritualité, s. v. Contemplation p. 1989.<br />

•» Castello VII 4.

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