TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

774 CAP. XXIII - LITURGIA E PASTORALE. I PRINCÌPI
È quanto hanno egregiamente compreso coloro che, assillati
dal problema missionario, sia negli ambienti nominalmente cristiani,
sia in quelli delle missioni estere, hanno creduto che, per raggiungere
lo scopo che sta loro a cuore, uno dei loro massimi doveri,
e sotto un certo aspetto, il principale, è appunto di riportare il popolo
alla liturgia e la liturgia al popolo. Non a caso, in Francia per lo
meno, il movimento liturgico pastorale ha ripreso nuova e potente
fiamma precisamente dall'ambiente di Don Godin e dei suoi ammiratori,
i missionari del lavoro e i promotori del concetto della
parrocchia comunità missionaria. Nel 1944, nel congresso che dette
origine all'organizzazione del Centre de Pastorale Liturgique a Parigi,
il P. Roguet, così esprimeva l'ispirazione missionaria del nuovo centro
propulsore :
« L'idea che guida anche noi è un'idea missionaria. Non siamo riuniti per
una dotta opera di restaurazione; non siamo un congresso di archeologi, né
d'esteti, né di teneri maniaci del passato, dilettanti di rare bellezze. Ciò che ci
muove, ciò che ci infiamma è una angoscia missionaria. Certo, abbiamo messo
nel nostro titolo il bell'epiteto di "pastorale". Ma' il buon pastore non è solo
colui che pasce tranquillamente, selezionati e ben nutriti greggi in un ovile
ben chiuso; ma è quello che parte attraverso le spine alla ricerca della pecora
smarrita. È colui che è consumato da una intensa pietà per la folla affamata,
stanca, abbattuta, simile alle pecore senza pastore (Mt 9,36; 14,14; 15,32). Siamo
ossessionati dal pensiero di quelle enormi folle che vivono senza ideale, o sono
cattivate da liturgie puramente umane, anzi spesso meno che umane, della
classe, della massa, dei giochi dello stadio o delle ombre degli schermi, e che,
comunque, misconoscono la sorgente inesauribile della gioia, della forza, della
salvezza (che è salute) che si sprigionano dai nostri misteri cristiani. Soffriamo
di vedere le nostre chiese tanto spesso vuote, oppure piene d'un popolo rassegnato,
che ci viene per abitudine, oppresso dalla noia d'un culto che subisce
come un'inevitabile servitù o che riduce ad una pratica individualista e sentimentale
» 25 .
Ed ecco come inquadra la liturgia nel programma di rinnovamento
missionario della parrocchia, Don G. Michonneau, la cui opera,
Parrocchia, comunità missionaria, è stata definita la rivelazione moderna
della parrocchia:
« Ho avuto l'impressione che voi compiate uno sforzo considerevole per
fare partecipare i fedeli alla liturgia. Credete che la vita del culto della parrocchia
abbia una grande importanza missionaria? R. Un'importanza enorme.
La vita cristiana alla quale vogliamo fare partecipare la massa popolare, non
è soltanto un culto; è la vita di Cristo in mezzo a noi; ma, poiché Cristo è
rileva (art. 2; 9) questa connessione tra autentica partecipazione del fedele alla
vita liturgica e suo impegno di testimonianza e di missione verso i lontani e
gli estranei. Su questa stessa connessione insistè giustamente in Francia il Congresso
liturgico del 1954 a S. Geneviève de Versailles. Vedi La maison Dieu
n. 40 (1954) e le conclusioni di quel congresso ivi pp. 165-68. Per es.: « Prima dell'assemblea
che canta le lodi di Dio c'è l'evangelizzazione che incammina gli
uomini alla fede e al battesimo. Dopo l'assemblea c'è tutta la vita che è esercizio
di carità. Tra l'una e l'altra l'assemblea è un momento privilegiato della
vita della Chiesa... ».
25 Études de pastorale liturgique (Lex Orandi I) Paris 1944, p. 8 s.