TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

INCARNAZIONE E PROTESTANTESIMO 297
testantesimo vi è il rifiuto contraddittorio di accettare qualsiasi intermediario
umano da cui l'anima dipenda in modo essenziale nelle
sue relazioni individuali con Dio. Come se accettare la bibbia come
parola di Dio e norma oggettiva di fede (a meno di svuotarne il
significato in senso puramente soggettivista) non implicasse già accettare
tale intermediario. E simili intermediari furono e sono per
ogni credente gli Apostoli. E specialmente come se l'umanità in
Cristo uomo-Dio non fosse appunto, per tutti gli uomini, in virtù
dell'incarnazione stessa, un tale intermediario essenziale di cui,
per volontà di Dio, nessun individuo, dopo il peccato di Adamo, ha
potuto, può o potrà mai fare a meno; e come se, per la stessa volontà
di Dio e l'istituzione positiva di Cristo, la legge che regge ora
i rapporti tra gli individui e Dio, non fosse quella stessa legge dell'incarnazione
da cui dipendevano i rapporti dei contemporanei di
Cristo con Dio. È per questo che ogni protestantesimo, logicamente
sviluppato, è profondamente antiliturgico e che, nel suo seno, ogni
reviviscenza di spirito liturgico è riawicinamento alla tradizione
cattolica, perché ogni reviviscenza dello spirito liturgico è reviviscenza
dello spirito dell'incarnazione.