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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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730 CAP. XXII - S. GERTRUDE E SPIRITUALITÀ LITURGICA<br />

Grazie mistiche senza tensioni psicologiche<br />

o sfasamenti con la vita liturgica<br />

A noi interessa specialmente sapere quale sia in Gertrude il rapporto<br />

di questa vita mistica con la sua vita liturgica. Ora, nella nostra<br />

santa costatiamo non solo la convergenza di fatto di tante ed altissime<br />

grazie mistiche in una persona la cui spiritualità era centrata<br />

nella <strong>liturgia</strong>, ma vediamo, inoltre, che queste grazie mistiche più<br />

alte e la contemplazione propriamente detta più sublime si verificano<br />

su larga scala nel bel mezzo dell'azione liturgica comunitaria o in<br />

stretta connessione con essa. E ciò senza che l'invasione mistica sia comunque<br />

di nocumento alla sua partecipazione comunitaria pubblica<br />

all'azione liturgica e senza che la sua partecipazione comunitaria e<br />

pubblica all'azione liturgica sia d'impedimento all'invasione mistica.<br />

Che, anzi, si sorreggono ed alimentano a vicenda.<br />

L'invasione mistica avviene in Gertrude durante le processioni,<br />

durante la messa, durante la recitazione corale delle ore canoniche,<br />

durante una predica in cappella, durante gli uffici liturgici che la<br />

comunità svolge nella sala del capitolo; e ciò, indifferentemente,<br />

mentre si canta, mentre si recita, anzi mentre essa stessa canta,<br />

recita, o negli intervalli di silenzio che si ritrovano in queste<br />

stesse azioni. Oppure avviene prima e dopo questa azione liturgica,<br />

magari continuando quello che ivi già cominciò o cominciando quello<br />

che poi in essa continua. E dai testi non si ricava nessuna tensione<br />

psicologica, nessuno sfasamento in Gertrude tra l'invasione mistica<br />

e la sua partecipazione attiva all'azione liturgica.<br />

Più precisamente questa tensione, negli scritti gertrudiani, è rilevata,<br />

per quanto mi consta, una sola volta, quando un giorno in<br />

coro, ad un tratto, la presenza mistica di Dio la soggiogò talmente<br />

che non seguì più esattamente i movimenti rituali <strong>della</strong> comunità.<br />

Ma il fatto è rilevato per dire che fu l'unica volta. Nel libro IV, capitolo<br />

15 del Legatus la cosa è così raccontata: nella domenica di<br />

quinquagesima in cui la messa comincia con le parole: Esto mihi:<br />

« Nella messa, mentre Gertrude, per mezzo dell'introito, invocava il Signore,<br />

il Signore stesso si appropriò di quell'introito come se quelle parole<br />

sembrassero convenire maggiormente a Lui a causa delle offese che riceveva<br />

in quei giorni 114 . E disse a Gertrude: « mi sii tu, o mia diletta, da protettrice,<br />

facendo il proposito che se tu lo potessi, volentieri mi proteggeresti contro le<br />

offese che mi si fanno specialmente in questi giorni. Cacciato dagli altri e desiderando<br />

riposarmi, mi rifugio in te ». Gertrude allora, stringendolo con tutte<br />

le sue forze, si sforzava di introdurlo nella sua intimità. Ed ecco che subitamente<br />

essa si trovò talmente astratta dai sensi corporei e unita interiormente<br />

a Dio che non si conformava più ai movimenti <strong>della</strong> comunità quando questa<br />

sedeva o si alzava. Avvertita da una consorella, capì che non faceva come le<br />

altre. E pregò il Signore di potere con il suo aiuto comandare al corpo di modo<br />

carnevale.<br />

114 Vedi nello stesso cap. 15 p. 148 s. Si allude anche ai divertimenti di

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