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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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portano in Questura non ti preoccupare, che c’è il dott. Contrada ”.<br />

A tal punto Mutolo si era meravigliato ricordando che il dott. Contrada era stato, in<br />

passato, ritenuto un possibile obiettivo da eliminare ma il Riccobono gli aveva detto<br />

testualmente: ” non ti preoccupare, questo è “Cosa Nostra”, una persona che si mette a<br />

disposizione, anzi, se chissà, qualche volta ti fermano, basta che vai in Questura, chiedi<br />

subito di lui” (cfr. ff. 40 e 41 trascr. ud. cit.).<br />

Per spiegare a Mutolo quanto il dott. Contrada fosse diventato “amico” il Riccobono<br />

gli aveva, quindi, raccontato che per ben tre volte, nel corso della sua latitanza, mentre<br />

risiedeva in appartamenti siti nella zona tra la via Don Orione, la via Guido Jung e la via<br />

Ammiraglio Rizzo, a Palermo, il dott. Contrada, per il tramite dell’avv.to Fileccia, lo aveva<br />

avvisato in tempo in ordine ad imminenti operazioni di Polizia consentendogli di sottrarsi<br />

alla cattura (il collaborante ha collocato tali delazioni in un arco temporale di non precisa<br />

determinazione, in epoca compresa tra gli anni 1977-79-80, ma certamente precedente al<br />

1981 epoca in cui Mutolo era già uscito dal carcere ed il Riccobono, che gli aveva<br />

raccontato il fatto, non risiedeva piu’ in quella zona, peraltro non piu’ ricompresa nel<br />

mandamento del Riccobono che si era ristretto a vantaggio della zona di pertinenza del<br />

mafioso Francesco Madonia cfr. ff. 41- 57-58- ff. 226 e ss trascr. ud. cit.).<br />

In tali occasioni il Riccobono, fortemente infastidito per essere stato costretto a<br />

lasciare tre dei suoi appartamenti, e tra questi anche un attico completamente arredato nella<br />

predetta zona per il quale aveva speso cifre esose, aveva maturato il convincimento che<br />

qualcuno del quartiere (egli sospettava di tale “Nino” Pipitone che abitava in via<br />

Ammiraglio Rizzo) fornisse informazioni confidenziali alla Polizia sui suoi spostamenti e fu<br />

così che aveva deciso di incontrarsi con il dott. Contrada per avere un riscontro a tali suoi<br />

sospetti (cfr. ff. 222-223-225-228-230 trascr. cit.).<br />

I due si erano, quindi, incontrati, grazie all’intermediazione dell’avv.to Fileccia<br />

presso lo studio di quest’ultimo, ma il dott. Contrada si era rifiutato di fare il nome del<br />

confidente perchè era evidente che il Riccobono apprendendone l’identità lo avrebbe<br />

sicuramente ucciso; da tali ammissioni il Riccobono aveva capito che “questo contatto” con<br />

il confidente oltre al dott. Contrada lo avevano anche altre persone e pertanto la fonte<br />

sfuggiva al suo completo controllo (cfr.ff. 41 e ss - 184- 187 e ss. trascr. cit.).<br />

Nelle diverse occasioni in cui Riccobono aveva avuto modo di parlare del dott.<br />

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