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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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dichiarato di avere ricevuto tempestiva comunicazione dal dott. Albeggiani del fatto che,<br />

nella notte tra l’1 ed il 2 Dicembre del 1982, questi era stato chiamato dai familiari del<br />

Riccobono, la moglie e le figlie, che si erano fatte trovare vestite a lutto, avendo ricevuto la<br />

notizia certa della uccisione, seguita alla scomparsa contestuale del Riccobono e del genero<br />

Salvatore <strong>La</strong>uricella.<br />

Affermando tale circostanza l’imputato non riteneva di esporsi ad alcuna<br />

significativa ammissione, essendosi limitato a ricevere dall’Albeggiani solo la notizia<br />

concernente il Riccobono nel momento conclusivo della sua stessa esistenza e risultando,<br />

peraltro, tale circostanza documentata in un appunto a sua firma, acquisito in atti, in cui alla<br />

data del 3/12/1982, egli riferiva la notizia della scomparsa per “lupara bianca” del<br />

Riccobono e dei suoi uomini piu’ fidati, facendo riferimento a fondati indizi in suo possesso<br />

(cfr. appunto in data 3/12/1982 acquisito all’udienza del 31/5/1994).<br />

Ma tale fatto certo, ed apparentemente non compromettente, è stato invece negato<br />

reiteratamente e con decisione dall’Albeggiani, il quale, non poteva essere a conoscenza<br />

delle acquisizioni dibattimentali e del contenuto globale delle dichiarazioni rese<br />

dall’imputato. Tale negazione non è spiegabile se non con l'intenzione da parte<br />

dell'Albeggiani di nascondere la vera natura dei rapporti esistenti tra lui, l’imputato ed il<br />

Riccobono (cfr. ff.24 e 27 ud. 24/7/1995).<br />

Non può, poi, infine omettersi di rilevare che lo stesso imputato, nel corso delle sue<br />

dichiarazioni, ha dovuto ammettere l’allentamento delle ricerche del Riccobono nel<br />

territorio di Palermo giustificandosi con il fatto che da notizie confidenziali in suo possesso,<br />

il predetto risultava essersi stabilito nel napoletano ed in quella zona, a Marano, tra il 1980<br />

ed il 1982 egli aveva mandato i suoi uomini per ricercarlo (cfr. ff. 56 e ss. ud. 8/11/1994).<br />

Orbene dai già citati atti contenuti nel fascicolo personale del Riccobono è stato<br />

possibile evincere che la presenza del Riccobono nel napoletano va ricondotta, in<br />

collegamento con il clan dei Nuvoletta, ai primi anni ‘70, mentre a cavallo dei primi anni<br />

‘80, concordi risultanze, provenienti da piu’ fonti, ed anche da soggetti vicini allo stesso<br />

imputato (vedi testimonianza Adamo), hanno evidenziato che il Riccobono circolava<br />

tranquillamente nella città di Palermo, nella stessa zona frequentata dall’imputato ed in<br />

collegamento con vari soggetti, tutti a loro volta legati al dott. Contrada (vedi Adamo-<br />

Albeggiani-Signorino, anche di quest’ultimo, infatti, come sarà esaminato in seguito, il<br />

collaborante Pennino ha appreso gli stretti rapporti esistenti con Riccobono).<br />

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