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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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Era a conoscenza del fatto che alcuni componenti della propria famiglia, tra cui lo<br />

stesso Bagarella, erano stati denunciati nel 1981 per l'omicidio del dottor Boris Giuliano ma<br />

non aveva saputo che il relativo rapporto di denuncia era stato redatto dal dott. Contrada<br />

(cfr. ff 101- 107 e ss. trascr. cit.).<br />

Ha riferito poi che in quel periodo l'arroganza e l'efferatezza dei mafiosi erano tali<br />

che non temevano nessuno e che le volanti della Polizia fuggivano quando li sorprendevano<br />

a commettere delitti con armi in pugno (cfr. f. 113 trascr. cit.).<br />

Ha dichiarato infine di avere appreso notizie di altri appartenenti alle Forze<br />

dell'Ordine "a disposizione di Cosa Nostra" ("i poliziotti, in quel periodo o divenivano<br />

manovrabili o si uccidevano" - cfr. ff. 112 e 113 trascr. cit.) e di averne riferito alla Procura<br />

della <strong>Repubblica</strong> di Palermo (cfr. ff. 43 e ss. - 110 trascr.cit.).<br />

Ha precisato che in obbedienza al codice di comportamento omertoso, vigente<br />

all'interno di "Cosa Nostra", non aveva avuto occasione di riferire ad altri in ordine alle<br />

notizie fatte pervenire dal dott. Contrada e che, come si conviene ad un " uomo d'onore" non<br />

era solito fare mai domande in ordine a quanto appreso da altri mafiosi (cfr. ff. 11- 41 e 118<br />

trascr. cit).<br />

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