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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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icoperto, dal Febbraio 1980 al Maggio 1982, l’incarico di dirigente della sezione-<br />

catturandi, istituita nell’ambito della Squadra Mobile dal nuovo Dirigente della Mobile dott.<br />

Impallomeni, il quale aveva proceduto ad un potenziamento e ad una riorganizzazione<br />

dell’attività di ricerca dei latitanti provvedendo anche all’istituzione di appositi archivi<br />

riguardanti i latitanti mafiosi (cfr. ff. 66 e ss. ud. cit.).<br />

Ha confermato integralmente il contenuto della relazione a sua firma precisando che<br />

la perquisizione sulla quale il dott. Contrada gli aveva avanzato le contestazioni era stata<br />

eseguita, nelle prime ore dell’alba del 12/4/1980 presso l’abitazione del latitante mafioso<br />

Salvatore Inzerillo, con modalità assolutamente regolari ed alla costante presenza del dott.<br />

Impallomeni e che taluni elementi di fatto constatati nel corso della perquisizione (letto<br />

matrimoniale ancora caldo e disfatto) avevano indotto i poliziotti operanti a ritenere che<br />

l’Inzerillo si fosse allontanato poco prima dell’avvio delle operazioni finalizzate alla sua<br />

cattura - cfr. ff. 66-67-70-80- 81- 85- 92-102 ud. cit.).<br />

Ha dichiarato che l’incontro con il dott. Contrada, verificatosi la sera dello stesso<br />

giorno in cui era stata eseguita la predetta perquisizione, davanti l’ingresso della Squadra<br />

Mobile, era avvenuto alla presenza del M.llo Trigona (ora deceduto) e che, a breve distanza,<br />

vi erano altre persone di cui non è stato in grado di ricordare l’identità; ha escluso la<br />

presenza a quel colloquio della guardia Biagio Naso, citato nella sua relazione, che invece<br />

aveva partecipato alla perquisizione in casa Inzerillo (cfr. ff. 80-85-86-105 -106- 109 e 110<br />

ud. cit.).<br />

Ha affermato che quel colloquio “particolare” avuto con il dott. Contrada, che gli<br />

aveva contestato le modalità operative di una perquisizione assolutamente regolare, sulla<br />

base di “lamentele” provenienti da “capi-mafia”, lo aveva turbato a tal punto da ritenere<br />

doveroso informare nell’immediatezza dell’accaduto il proprio dirigente dott. Impallomeni,<br />

il quale a sua volta ne aveva riferito al Questore dell’epoca Vincenzo Immordino (cfr. ff. 68-<br />

73-74-78-79-87-88-90 ud. cit.).<br />

Ha sostenuto che, poichè il colloquio con il dott. Contrada si era verificato la sera di<br />

un giorno di sabato (particolare evidenziato nella relazione in atti), aveva inoltrato<br />

formalmente la relazione di servizio al proprio dirigente il lunedì successivo (14/4/1980); ha<br />

dichiarato di avere riportato fedelmente le parole pronunciate dal dott. Contrada nel corso di<br />

quel colloquio ed ha escluso, in modo categorico, di essere stato costretto da alcuno a<br />

redigerla ovvero di avere mai comunicato ad alcuno di avere subito pressioni in tal senso<br />

(cfr. ff. 69-85- 90-91-92 e 93 ud. cit.).<br />

Ha sostenuto la totale assenza di motivi di astio o di qualsiasi personale ragione di<br />

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