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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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che aveva interpretato nel senso affermativo”, successivamente ha dichiarato di non avere<br />

un ricordo preciso delle espressioni attribuite dal dott. Falcone al Tognoli affermando che<br />

poteva trattarsi di una parola, di un gesto affermativo del capo o anche di un sorriso; a<br />

proposito della versione del sorriso, nuova rispetto alle dichiarazioni che aveva già reso<br />

all’A.G. di Caltanissetta delle quali gli è stata data lettura al fine di una migliore<br />

puntualizzazione dei suoi ricordi, il teste ha esplicitamente ammesso :“forse per il sorriso<br />

sono influenzato da quello che ho letto sui giornali”con specifico riferimento alle cronache<br />

giornalistiche e televisive riguardanti l’odierno procedimento; ha infine concluso<br />

affermando che in ogni caso, secondo quanto riferito dal dott. Falcone “Tognoli gli aveva<br />

fatto ben capire che era stato Contrada a favorirlo...era questo il senso del discorso, la<br />

parola non so quale sia stata”; ha negato che fossero stati fatti accertamenti sull’argomento<br />

Tognoli nell’ambito dell’Ufficio dell’Alto Commissario (Domanda Presidente: “Quando<br />

Falcone espresse questo..quello che lei ha detto, voi non avete fatto nessuna indagine su<br />

Contrada o su questo problema?” Risposta: “ No” cfr. f. 63 ud. 16/9/1994); ha confermato<br />

di avere parlato con il dott. Contrada della vicenda Tognoli e di avere letto la memoria<br />

difensiva che egli aveva predisposto (depos. Misiani cfr. ff. 35 e ss. ud. 16/9/1994).<br />

Della deposizione resa dal teste Misiani deve evidenziarsi la scarsa precisione di<br />

ricordi sull’intera vicenda riguardante i colloqui avuti con il dott. Falcone al punto che lo<br />

stesso teste ha ammesso di potere essere stato influenzato nel sostenere talune versioni dalle<br />

cronache giornalistiche, la totale negazione di indagini espletate sulla vicenda Tognoli che<br />

invece i testi Buccoliero, Sebastiani e De Luca hanno concordemente dichiarato di avere<br />

eseguito su suo specifico incarico e soprattutto l’assoluta mancata conoscenza delle reali<br />

dichiarazioni rese da Oliviero Tognoli in sede di Commissione rogatoria in Svizzera dal<br />

momento che nell’unico verbale in cui il Tognoli risulta avere fatto riferimento al suo amico<br />

ed ex compagno di scuola è il processo verbale dell’8 Maggio 1989 acquisito in atti, nel<br />

quale, dopo avere fornito taluni dati di identificazione, il Tognoli aveva esplicitamente fatto<br />

il nome del dott. Cosimo Di Paola, per cui non sarebbe stato necessario fare alcuno sforzo<br />

deduttivo nè alcuna indagine per comprendere che quella persona, indicata in quella sede,<br />

non era il dott. Contrada.<br />

Il teste Francesco Di Maggio, escusso all’udienza del 16/9/1994, ha dichiarato di<br />

avere avuto un’unica occasione di incontro con il dott. Contrada, presentatogli dai dott.ri De<br />

Luca e D’Antone presso gli uffici dell’Alto Commissario a Roma, in epoca successiva e<br />

prossima alla pubblicazione dell’articolo sull’Espresso che lo indicava come “la talpa di<br />

Palermo”; ha ricordato che l’argomento esclusivo dell’incontro era stato proprio l’articolo<br />

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